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“Dumper”, i legali di Fotia presentano ricorso al Riesame contro l’ordinanza del gip

Savona. Un ricorso al Tribunale del Riesame per impugnare l’ordinanza di custodia cautelare. E’ questa la nuova “mossa” dei legali di Pietro Fotia, gli avvocati Emi Roseo e Carlo Biondi, che, questa mattina, hanno presentato l’istanza al Tribunale genovese. I difensori di Fotia, uno dei titolari della Scavo-ter, che deve rispondere delle accuse di corruzione, dichiarazioni fiscali fraudolente e falsità in atti pubblici in concorso, dovranno attendere adesso che il Riesame fissi la fata per l’udienza. Nel caso in cui il ricorso venisse accolto allora Fotia potrebbe lasciare il carcere di Marassi e tornare in libertà.

L’imprenditore savonese è finito in manette nell’ambito dell’operazione “Dumper”, condotta dalla guardia di finanza di Savona con il coordinamento del sostituto procuratore Ubaldo Pelosi, che ha portato alla luce un giro di corruzione, falsità in atti pubblici e riciclaggio. Sempre questa mattina, è stata presentata al gip del tribunale di Savona Fiorenza Giorgi un’istanza per chiedere gli arresti domiciliari per Roberto Drocchi, il funzionario comunale di Vado Ligure ed ex presidente del Riviera Vado Basket, finito in carcere insieme a Fotia, Andrea Balaclava e Mario Taricco (gli ultimi due già ai domiciliari).

La richiesta è stata depositata dai legali di Drocchi, gli avvocati Fausto Mazzitelli e Mariangela Piccone, che adesso attendono la risposta del gip. Il loro assistito è stato interrogato per cinque ore, in carcere, venerdì scorso: Drocchi davanti al pm ha ricostruito i rapporti con gli altri soggetti destinatari dei provvedimenti cautelari, anzitutto Pietro Fotia, il titolare della Scavo-Ter con cui avrebbe avuto il canale preferenziale nell’affidamento degli appalti, con il commerciante Pietro Taricco e l’imprenditore edile Andrea Balaclava.

Il funzionario ha ribadito di aver incassato somme di denaro ma solo per poi destinarle al Riviera Basket, mai per uso personale. Secondo quanto riportato da Drocchi, si tratterebbe di sponsorizzazioni sempre fatturate, tranne nel caso dei soldi ricevuti da Balaclava, in nero, per un importo di 6 mila euro.

Lo stesso Drocchi avrebbe confermato di non aver aderito ai principi di regolarità amministrativa (“di non averlo fatto alla lettera”), ma ha rimarcato che dall’esame della contabilità e dei depositi bancari è possibile dedurre l’uso non personale delle tangenti contestate dagli inquirenti. I favoritismi praticati in qualità di titolare di pubblico ufficio avrebbero procurato denaro poi finito unicamente nelle sponsorizzazioni sportive.

Intanto, sul fronte degli inquirenti, proseguono senza sosta i vari accertamenti per ricostruire i rapporti tra la Scavo-ter e i Comuni del Savonese. La Procura vuole capire se ci possano essere irregolarità nell’assegnazione degli appalti.

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