Economia

Tirreno Power: “Investimenti per copertura carbone, osservatorio ambientale e nuove centraline per il monitoraggio”

Open Day Tirreno Power

Vado Ligure. L’investimento per il miglioramento ambientale che Tirreno Power è disposta a mettere in campo è, per la sola copertura del carbonile, di circa 40 milioni di euro. Ma sembra essere passato inosservato di fronte alle richieste degli enti locali, in testa i Comuni di Vado e Quiliano, che chiedono a gran voce il monitoraggio preventivo della qualità dell’aria collegato alla Valutazione di Incidenza Santitaria. Su questo punto l’azienda ha dichiarato la disponibilità a creare una nuova rete di monitoraggio ambientale con centraline gestite dal settore pubblico: si tratta di stazioni di rilevamento degli agenti inquinanti che, singolarmente, arrivano a costare alcune centinaia di migliaia di euro, motivo per cui né Regione né Provincia hanno mai considerato di acquisirle ed intallarle. Onerosa, del resto, anche la manutenzione di questi dispositivi, che sarebbero quelli di ultima generazione.

Il direttore generale di TP, Giovanni Gosio, ha assicurato anche “la realizzazione di un osservatorio specifico di monitoraggio ambientale guidato dal Ministero della Sanità”. Già in sede di conferenza dei servizi il Ministero si era detto disponibile a coordinare l’osservatorio, distinto da riunioni periodiche e da un comitato che raggruppi esperti locali e nazionali, a patto che il tutto fosse finanziariamente sostenuto dal privato. L’azienda ha detto sì all’investimento ed ha sottolineato che “la sostituzione dei due gruppi esistenti con altri due costruiti utilizzando la stessa tecnologia adottata per il nuovo gruppo, permetterà di raggiungere risultati ambientali migliori rispetto a quelli ottenibili con l’applicazione dell’AIA (Autorizzazione di Impatto Ambientale) ai gruppi da 330 Mw, determinando un ulteriore abbattimento delle emissioni del 40%”.

Il braccio di ferro diplomatico tra istituzioni pubbliche e società energetica, però, sembra andare al nocciolo e spostarsi dalla questione emissioni al discorso (più radicale e proprio dei comitati anti-carbone) della permanenza stessa della centrale termoelettrica nel territorio vadese. Aumenta infatti la voce dei Comuni di Vado Ligure e Quiliano a scapito della posizione mediana della Regione guidata da Claudio Burlando. Ed emergono i segnali di insofferenza nell’assetto dirigenziale di Tirreno Power per le “manovre dilatorie” che vorrebbero stoppare il progetto di ampliamento. Senza ampliamento – lo ha detto a chiare lettere Gosio – il ciclo di vita del sito produttivo andrebbe ad esaurimento, chiudendosi nel giro di alcuni anni.

“Abbiamo deciso di accettare le aperture della Regione e di abbattere i due gruppi esistenti, ma di realizzarne non uno da 660 Mw come ci chiedeva la Regione, ma due da 330 Mw ciascuno che andranno a sostituire gli esistenti con le migliori tecnologie possibili in questo momento, come sarà per il nuovo gruppo da 460 Mw” ha detto il dg Gosio, accettando la linea burlandiana ma rilanciando con una tabella di marcia realizzativa “sostenibile dal punto di vista economico-produttivo”. Tradotto in denari, si tratta di un investimento di 1,2 milioni per la parte a carbone e di altri 200 milioni euro per le fonti rinnovabili.

“La proposta presentata oltre ad assumere connotati decisivi per il futuro dell’economia locale, prevede delle importantissime garanzie di tipo ambientale che vanno nel senso delle richieste scaturite dal territorio in questi anni” fanno notare all’interno dell’azienda, ribadendo: “Sono tre i punti della proposta dedicati specificatamente alla tutela ambientale, oltre alla riduzione sostanziale delle emissioni, che forniscono una risposta in termini di ampie garanzie ambientali per il futuro: copertura del parco a carbone, realizzazione di una moderna rete di monitoraggio a controllo pubblico, insediamento di un osservatorio di monitoraggio specifico presieduto dal Ministero della Sanità”.

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