Vado Ligure. Il programma temporale analizzato da Tirreno Power riguarda la perdita di produzione. Da qui l’accettazione della proposta regionale sull’ampliamento, ma calibrata sull’idea realizzativa dell’azienda: costruzione della nuova unità a carbone da 460 Mw e demolizione contemporanea dei due gruppi datati, per ricostruirli entrambi con potenza da 330 Mw. In questo modo l’azienda, anche se a fronte di un investimento di molto maggiorato, garantirebbe la continuità produttiva.
In sostanza il discorso è: sì alle prescrizioni ambientali ma limitazione dell’emorragia produttiva causata dai lavori. “E’ il frutto di una grossa valutazione – ha detto Giovanni Gosio, direttore generale di TP, al margine dell’odierna conferenza stampa – Non è una decisione leggera quella che abbiamo preso. Il centro del problema stava nelle emissioni dei vecchi gruppi. La decisione di accogliere la richiesta della Regione è maturata riscontrando l’impostazione data alla trattativa. Dal punto di vista industriale l’investimento si sposa con una visione a lungo termine”.
Stando alla delibera di giunta regionale, Tirreno Power si troverebbe per sei anni senza la produzione di un gruppo. Per questo è arrivata la controproposta progettuale dell’azienda, intenzionata a limitare i danni della mancata produttività, “accontentando” Regione ed enti locali sugli aspetti ambientali. L’intenzione della società è, nello stesso tempo, quella di sfruttare le fondazioni e le carpenterie già esistenti per edificare due nuove unità da 330 Mw al posto di quelle obsolete.
“Riteniamo che questa sia la strada corretta – ha rimarcato il dg Gosio – Le nostre ragioni sono trasparenti e molto comprensibili. La proposta della nostra sequenza costruttiva si coniuga con il miglioramento ambientale. Decidiamo di mettere in campo un grosso investimento, per il solo carbone di 1 miliardo e 200 mila euro e di altri 200 mila per le rinnovabili, sicuri che nel lungo tempo si riveli la scelta giusta”.