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Sfratto alla Pro Loco di Calice, non si placa la polemica: controreplica di Sterla

Calice

Calice Ligure. Non si placa la polemica per lo sfratto della sede associativa della Pro Loco di Calice e Carbuta che il Comune intende alienare per reperire i fondi necessari alla costruzione del nuovo plesso scolastico. Dopo la risposta del presidente della Pro Loco Federico Chiazzaro arriva infatti la controreplica del sindaco Livio Sterla: “Vorrei chiarire al Sig. Presidente della Pro Loco, che il luogo deputato per la discussione delle scelte politiche che l’Amministrazione Comunale intende attuare è il Consiglio Comunale. Del resto negli anni addietro quando la precedente amministrazione comunale della quale lei Presidente faceva parte in qualità di consigliere di maggioranza, decise di vendere l’ex asilo Regina Elena di Carbuta, di certo non chiese il parere dei calicesi. Decise di venderlo e lo vendette a trattativa privata e senza indire alcun tipo di assemblea pubblica”.

“Eppure anche l’ex asilo Regina Elena era a Carbuta. Quanto alla logicità dell’idea di realizzare nelle ex scuole di Carbuta (area rurale di pregio paesistico ma luogo poco attinente con la ricerca tecnologica) un museo della tecnologia non mi esprimo, ognuno tragga le sue conclusioni. Certo rimane inspiegabile come mai il sig. Chiazzaro non l’abbia realizzato durante il suo mandato di presidente Pro Loco e di consigliere di maggioranza, durato ben 15 anni. Del fatto che i Zueni abbiano usufruito dell’aiuto delle altre Associazioni Calicesi l’ho detto sin da subito, al Presidente sarebbe bastato leggere con un poco di attenzione quanto riportato nel mio precedente intervento, per evitare un altro commento a vuoto” aggiunge il sindaco.

“Per quanto riguarda poi il restauro della copertura dell’Oratorio dei Santi Cosma e Damiano di Carbuta, non mi risulta che tale immobile sia di proprietà del comune di Calice Ligure. Come tutte le persone di buon senso sanno, l’Oratorio è di proprietà della Chiesa, per cui la frase ‘l’amministrazione se ne è lavata le mani’ è come al solito priva della più elementare logica. Tutto ciò mi lascia davvero sconcertato, ma dove sta scritto che le amministrazioni comunali sono tenute a spendere denaro pubblico per ristrutturare i beni della Chiesa? Tutt’al più è compito della CEI e del Ministero dei Beni Culturali contribuire al restauro. Inoltre a tale proposito mi auguro che per la ristrutturazione dell’oratorio poc’anzi citato siano stati richiesti i finanziamenti della CEI e del Ministero, giacché è buona norma chiederli. O almeno così opera chi intende agire con buon senso, utilizzando al meglio il denaro ricavato con il lavoro dei volontari operanti a titolo gratuito nelle Associazioni di volontariato”.

“Concludo – dice Livio Sterla – invitando il sig. Presidente ad intervenire pubblicamente con cognizione di causa, poiché non è mia intenzione dare risposte ad altre affermazioni infondate, inutilmente polemiche e prive della più elementare logica come quelle esternate sino ad oggi”.

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