Scuola, la protesta del Giordano Bruno: “Poche risorse e insulti continui. Date voce anche a noi”

Aula scuola

Albenga. Una quarantina di ragazzi che avrebbe scelto l’indirizzo classico e che, per l’Ufficio Scolastico Regionale, sarebbe un numero eccessivo al punto da invitare il preside del liceo ingauno “Giordano Bruno” a “distrarne” almeno una parte convincendola a optare per altri percorsi didattici, visto che è necessario tagliare un certo numero di classi per provincia. E poi corsi che non verrebbero attivati, costringendo gli studenti ad andare a studiare in altre città, e insegnanti che verrebbero continuamente offesi da ministri e Capo del Governo. E’ la denuncia di Sabina Poggio della Rsu del “Giordano Bruno” che, a nome del corpo docente e attraverso una lettera, lancia un grido d’allarme per una scuola che scricchiolerebbe da tutte le parti.

“La non notizia è che il premier, in occasione di una riunione a Padova dell’Associazione nazionale delle mamme, ha attaccato la scuola e la sinistra, non meglio definita – scrive Poggio – Una non notizia, perché attacchi di questo tipo si sprecano e, da copione, la buona ministra Gelmini, non ha avvertito alcun bisogno di ribattere. Perché, a noi è chiaro, forse a lei non altrettanto, la dolce mammina biancovestita si sente molto più mascotte della squadra forza-liberista, che non capitana della magmatica realtà del suo ministero. E quindi lustra gioiosa i galloni a biscioni d’oro e con la punta della scarpa – e un po’ di ribrezzo – allontana da sé l’oggetto non identificato della scuola”.

“Ma ecco cosa dice il premier: 1) i genitori devono scegliere liberamente quale educazione dare ai propri figli; 2) per sottrarli (i figli) a quegli insegnamenti di sinistra che nella scuola pubblica inculcano ideologie e valori diversi da quelli della famiglia. I genitori devono scegliere liberamente quale educazione dare ai propri figli. Parole sante. Ma in concreto una famiglia laica di Albenga che volesse mandare il figlio al Liceo delle Scienze umane gestito dalla scuola pubblica, con un liceo a due passi che da anni invoca questo indirizzo, si troverebbe nell’inspiegabile caso di dover scegliere o la scuola privata, a pagamento e gestita da religiosi o una scuola a parecchi chilometri di distanza. Parrebbe che il diritto di mandare i figli dove si vuole sia prerogativa di cattolici benestanti”.

“Ma prendiamo un altro caso. Dai dati delle pre-iscrizioni – scrive ancora Poggio – il Liceo Giordano Bruno dovrebbe accogliere per l’anno scolastico 2011-2012 circa 40 allievi dell’indirizzo Classico. Basterebbe formare due prime classi. Ebbene no. L’emanazione regionale del Ministero dell’Istruzione, l’Ufficio Scolastico Regionale, ha invitato il preside a ‘distrarre’ almeno una decina di aspiranti classicisti convincendoli a fare altro, che so il Linguistico o lo Scientifico. E se la distrazione non funzionasse, affari loro, che sono testardi. Se ne andranno a Savona oppure verseranno il doveroso tributo alla scuola privata (e religiosa). Alla faccia del diritto allo studio”

“Inoltre i genitori dovrebbero scegliere dove mandare i figli per sottrarli a quegli insegnamenti di sinistra che nella scuola pubblica inculcano ideologie e valori diversi da quelli della famiglia. Intanto è abbastanza chiaro che per il premier non esistono famiglie di sinistra. I cittadini di quella parte politica nascono sotto i cavoli o li porta la cicogna. Ma lasciamo andare. Appare evidente che il capo del governo non nutre alcuna fiducia nei rampolli dei suoi elettori, giudicandoli talmente dissennati da farsi plagiare dal primo insegnante di sinistra (tenuto anche conto del fatto che ogni consiglio di classe è formato da almeno sei o sette docenti, ben difficilmente tutti ugualmente schierati). Oppure ritiene i sinistrorsi dialetticamente superdotati (ma allora ben venga il comunismo che ci fa tutti geni!) o la gioventù d’Italia cerebralmente inetta oppure, orribile a dirsi, il sol dell’avvenir è così lucente da non far distogliere da sé occhi né cuore”.

“Gli attacchi alla scuola pubblica da parte del governo sono insomma all’ordine del giorno – conclude Possio – Sarebbe auspicabile che altrettanta visibilità potessero avere la scuola e il corpo docente, purtroppo, invece, persino lo sciopero dei viaggi di istruzione che ha ottenuto l’adesione 35-40% delle scuole – successo inaudito – viene sottaciuto”.

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