Altre news

Addio a Pietro Ferrero, l’imprenditore che amava pedalare sulle strade savonesi

Pietro Ferrero

La bici era una delle sue grandi passioni. Proprio la bicicletta l’aveva portato anche ad amare i panorami “nostrani” e le strade del savonese. Pietro Ferrero, l’imprenditore 48enne, ad della celebre casa dolciaria di Alba, scomparso ieri, era infatti solito farsi qualche pedalata anche in Riviera: quando poteva si ritagliava un’ora o, nei pochi week end liberi, una mezza giornata per fare un giro sulle colline delle Langhe, a volte scavallando le Alpi Marittime, fino a Savona appunto. Ed era in sella anche 24 ore fa, in Sud Africa, quando è morto all’improvviso. Le dinamiche dell’incidente sono tutte da chiarire, ma sembra che Pietro sia stato colpito da un malore, forse un infarto. Proprio come suo nonno, Pietro anche lui, morto per un colpo al cuore a soli 51 anni.

Pietro aveva casa a Cape Town, era in Sud Africa con il papà, il signor Michele (così tutti chiamano il patriarca dell’azienda) che a 86 anni continua a occuparsi di tutto, e una trentina di dirigenti. Pietro era nato l’11 settembre 1963, dal 1997 era Ceo, con il fratello Giovanni (di un anno più giovane), della Ferrero International, holding lussemburghese del gruppo che conta 38 società operative, 18 stabilimenti e oltre 20 mila dipendenti in quattro continenti. Pietro, più chiuso e introverso, si occupava di prodotti e produzione. Giovanni, più estroverso, da Bruxelles gestisce marketing e promozione.

I fratelli, sotto l’attento occhio del signor Michele, l’inventore dei Rocher (sfornati al ritmo di 900 pezzi al minuto), della Nutella, degli ovetti Kinder e di tutti i prodotti che hanno fatto la fortuna del gruppo, avevano cominciato a frequentare stabilimenti e uffici fin da quando avevano 12 anni. Pietro si era laureato in biologia a Torino, dopo che nel 1975, nel pieno della stagione dei rapimenti, il papà aveva costretto i figli a trasferirsi a Bruxelles. Aveva cominciato fin da subito a occuparsi della parte produttiva, gestiva con attenzione, tra le altre cose, Soremartech, la subholding della famiglia proprietaria di tutti i brevetti del gruppo e vero e proprio centro di ricerca e sviluppo. E con il passare degli anni Pietro aveva sviluppato un interesse anche per la finanza, specializzazione guardata sempre con insofferenza dalla famiglia Ferrero. Passione per la finanza che lo aveva portato a entrare nel consiglio di amministrazione della Ras, nel consiglio consultivo di Deutsche Bank e, fino all’ottobre 2002, nel cda di Mediobanca. Tanta finanza, ma senza mai la tentazione di entrare in Borsa, vista come il fumo negli occhi dal signor Michele e tutta la famiglia, anche se la Ferrero è sempre citata come esempio virtuoso che farebbe un gran bene a Piazza Affari e ai risparmiatori.

Più informazioni

Vuoi leggere IVG.it senza pubblicità?
Diventa un nostro sostenitore!



Sostienici!


Oppure disabilita l'Adblock per continuare a leggere le nostre notizie.