Quiliano: incontro su “Risorgimento privato: la contessa di Castiglione”

Quiliano - Comune

Quiliano. Oggi appuntamento alla Sala Polivalente del Comune di Quiliano con la seconda iniziativa del programma celebrativo dei 150 anni dell’Unità d’Italia.

L’evento, organizzato dall’Associazione Aemilia Scauri, dal titolo “Risorgimento privato: la contessa di Castiglione” è condotto dalla professoressa Anna Balestri e celebra le vicende di una delle donne più celebri del Risorgimento, la contessa di Castiglione, bella, intrigante e chiacchierata, vera personificazione della vanità femminile. Definita dai suoi contemporanei una “statua di carne”, audace, altera e superba, era dotata di una mente lucida e fredda e non esitava comportarsi con durezza per ottenere ciò che desiderava. Nata a Firenze il 23 marzo 1837, la marchesa Virginia Oldoini è passata alla storia per avere sedotto su sollecitazione del Conte di Cavour (che sembra l’avesse spinta nell’impresa consigliandole di usare qualsiasi mezzo pur di riuscire) Napoleone III, portandolo così a sostenere la causa dell’indipendenza italiana.

Non ancora diciassettenne aveva sposato il conte Francesco Verasis di Castiglione Tinella e di Costigliole d’Asti, cugino di Cavour, follemente invaghito di quella che allora passava per essere la donna più bella d’Italia, che la amò sempre nonostante i suoi tradimenti e la malcelata freddezza di Virginia nei suoi confronti. Virginia in realtà non sembrava amare altri che se stessa, motivo per cui il figlio Giorgio la detestava, come pure la maggior parte delle donne. Tutti gli uomini invece finivano per adorarla, tanto che al suo arrivo a Parigi le bastò ben poco per entrare nelle grazie del maturo Napoleone III, che la coprì di doni e non mancò di passarle un generoso mensile finché durò la loro relazione, conclusasi con la sua espulsione dalla Francia orchestrata dall’imperatrice Eugenia. Soltanto nel 1862 potè rientrare a Parigi ma la sua stella presso Napoleone era ormai offuscata come pure era svanito il favore di cui godeva presso Vittorio Emanuele; ciò nonostante con abilità e scaltrezza continuò a tessere, tra Parigi e La Spezia, la rete delle sue amicizie influenti collezionando un numero notevole di amanti, di cui molti in un affollatissimo menage “contemporaneo” sino alla morte, che la colse sola e preda di angosce nel 1899. Dopo la sua morte la polizia e l’ambasciata italiana distrussero ogni prova delle sue compromettenti amicizie e il suo corpo venne tumulato nel cimitero parigino del Père Lachaise.

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