Cronaca

Profughi, Loano: Caritas e “Piccola Opera” potrebbero ospitare i minori

Loano - Piazza comune

Loano. La delegazione del Comune di Loano composta dall’Assessore Nicoletta Marconi, dal dirigente e dal funzionario dei servizi sociali hanno partecipato ieri pomeriggio alla riunione operativa convocata a Savona dalla Regione Liguria sul tema profughi.

“Bisogna innanzitutto chiarire – ha precisato l’Assessore Marconi – che l’intervento dei Comuni liguri è stato richiesto per venire incontro ad una eventuale futura necessità di ospitare quei soggetti ai quali verrà riconosciuta la posizione di rifugiato, che identifica coloro che in patria sono sottoposti a persecuzioni politiche, religiose e/o di razza, e parliamo quindi di numeri estremamente ridotti rispetto alle persone ora presenti in Sicilia e negli altri centri di identificazione. Queste persone, quindi, devono essere accolte in un contesto che permetta loro di effettuare percorsi di integrazione adeguati. Per questo motivo il primo passaggio del Comune di Loano è stato il doveroso contatto con le istituzioni preposte a tali interventi di assistenza sul territorio, nella consapevolezza che solo con l’ausilio di enti e strutture specializzate sarà possibile organizzare l’ospitalità di profughi legate anche ad un progetto sociale. La Caritas, che da sempre collabora in modo attivo con i nostri servizi, ha dato pertanto disponibilità ad ospitare due persone nella struttura dell’ex convento di S. Agostino, che saranno anche seguiti dai servizi sociali per la realizzazione di progetti di stage e corsi di formazione finalizzati all’avvio al lavoro. La Piccola opera di Loano, invece, vera e propria “istituzione” sul territorio per quanto riguarda l’assistenza ai minori, ha invece comunicato la disponibilità ad accogliere alcuni minori di età fino a 10 anni senza genitori”.

“Il Comune di Loano – aggiunge l’Assessore ai Servizi Sociali Luca Lettieri – sarà quindi presente per supportare questo importante progetto di assistenza che coinvolgerà la regione Liguria, in un’ottica di sostegno assistenziale mirato, che va oltre la semplice accoglienza, fine a se stessa ed inutile, privilegiando quindi pochi interventi mirati con l’intento di provare a garantire una nuova opportunità a chi si è trovato costretto ad abbandonare la propria patria per gravi situazioni, come in passato era accaduto a molti nostri avi”.

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