Aids, diminuiscono i casi accertati in Liguria: poca predisposizione a sottoporsi ai test

Conferenza stampa Claudio Montaldo

Regione. Secondo il bollettino ufficiale del 2010, diminuiscono i casi di HIV in Liguria, ma si tratta soltanto di una diminuzione fittizia. Il dato è più da attribuire alla scarsa abitudine da parte dei liguri ai controlli che non ad un reale decremento delle nuove infezioni.

Questa l’indicazione proveniente dal report annuale 2010 sull’Aids, redatto dal dipartimento della salute della Regione Liguria e presentato questa mattina dall’assessore regionale alla salute, Claudio Montaldo, da Giancarlo Icardi, responsabile dell’Istituto Igiene dell’Università di Genova, Marco Bussadori, del Coordinamento ligure persone sieropositive e Sergio Schiaffino, responsabile del servizio dipendenze e salute mentale della regione Liguria.

“I casi accertati sono sicuramente diminuiti del 45/50% – spiega Icardi – ma purtroppo il calo delle notifiche è dovuto alla scarsa attitudine delle persone a fare il test perché non c’è assolutamente la percezione del rischio di questa infezione a trasmissione sessuale. Oggi siamo qui per capire come aumentare l’attitudine delle persone a fare il test così come avviene per altre malattie”.

“L’età mediana della prima diagnosi in Liguria è leggermente più elevata rispetto a quella nazionale – spiega il responsabile dell’Istituto Igiene dell’Università di Genova – Rispetto ai 38-39 siamo intorno ai 41 anni di età, quindi questo è un ulteriore dato negativo di cui tenere conto”. Ma a che punto è la medicina nella battaglia contro questo virus? “L’armamentario terapeutico che hanno a disposizione i colleghi clinici – continua Icardi – indubbiamente oggi è sempre più ampio, infatti la sopravvivenza media di questi soggetti è decisamente aumentata. Ci sono sempre nuovi farmaci ma la battaglia è ancora lunga”.

Secondo l’assessore alla salute, Claudio Montaldo la prevenzione resta l’arma più efficace contro l’HIV: “Bisogna effettuare più controlli e prima di tutto proteggere i rapporti sessuali. Oggi è possibile fare i test presso tutte le strutture pubbliche i centri di infettivologia in moda da avere una diagnosi tempestiva e curare meglio e con migliori risultati questa malattia”.

Sulla diminuzione delle nuove diagnosi, è stato spiegato, hanno avuto un gran peso i cambiamenti epidemiologici avvenuti dal 1996, quando per la prima volta si è verificata una diminuzione di nuovi casi di Aids (-12%) e dei decessi correlati all’Aids (-10%), rispetto al 1995. E se dai dati non si può escludere che vi sia una minore circolazione del virus Aids, dall’altro, secondo i tecnici, vi sono parecchi segnali preoccupanti.

A cominciare dallo stadio della malattia in cui sono stati classificati i pazienti che si presentano all’osservazione: per la prima volta nel 2010, circa il 50% delle donne e il 45% degli uomini che si sono presentati presso i centri clinici della Regione, sono risultati sintomatici, con meno di 500 linfociti e circa la metà di questi erano già in Aids conclamato. Un altro indicatore che suggerisce come il fenomeno da HIV sia sottovalutato dalla popolazione ligure è l’età. Si è infatti passati da 38 anni di età media nel 2001 a 41 nel 2010.

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