Politica

Referendum, la maggioranza torna a chiedere accorpamento: polemiche in consiglio regionale

Consiglio regionale

Regione. Con 21 favorevoli (centrosinistra) 9 contrari e 2 astenuti (Aldo Siri e Lorenzo Pellerano, Liste civiche per Biasotti presidente) è stato approvato un ordine del giorno, primo firmatario Giancarlo Manti (Pd) con il quale si impegna la Giunta a chiedere formalmente al Governo nazionale le motivazioni per cui non si è giunti ad accorpare in un’unica tornata elettorale le elezioni amministrative e i referendum, “Con conseguente spreco di denaro pubblico che poteva essere destinato a capitoli di spesa sociale recentemente tagliati dalla legge finanziaria” è stato spiegato in Consiglio.

Giancarlo Manti (Pd):: “E’ necessario dare un segnale forte segnale al Governo nazionale. In un momento di grave difficoltà economica è stato fatto un pesante taglio alla spesa sociale e non si è attuato un accorpamento di amministrative e referendum, che avrebbe consentito un risparmio di 350 milioni di euro. Si tratta di un fatto grave – ha detto Giancarlo Manti (Pd), Il Governo nazionale non ha voluto l’accorpamento per cercare di far fallire i referendum, sprecando denaro pubblico”.

Alle affermazione di Manti ha ribattuto Alessio Saso (Pdl): “La questione oramai è superata, visto che la decisione è ormai stata presa. E’ chiaro, quindi, che si vogliono sollevare problemi politici e fare demagogia. Se gli argomenti dei referendum vengono ritenuti importanti dai cittadini, questi di certo andranno a votare: non è giusto pensare che la gente sia immatura. Credo inoltre che certi momenti della nostra democrazia comportino dispendio di denaro”.

Forti perplessità sulla tempistica dell’ordine del giorno, invece, sono state espresse da Edoardo Rixi (Lega Nord): “A posteriori si incarica la Giunta di andare a criticare una decisione: mi pare mera propaganda politica. Su questo argomento, prima che la decisione venisse presa a livello nazionale, il Consiglio si era già espresso. La Giunta poteva per tempo far pressioni sul Governo”. Del medesimo avviso Marco Melgrati (Pdl): “Se il Governo non avesse ancora fissato date, sarebbe opportuno fare questo ordine del giorno che, in questo momento, non ha alcun riverbero sulla realtà. E’ ininfluente e strumentale. Meglio avrebbe fatto la Giunta a perorare la causa quando il Governo non aveva ancora fissato data”.

Su posizioni opposte Ezio Chiesa (Gruppo misto), il quale ha sottolineato la necessità di lanciare un chiaro segnale al Governo: “Che – ha detto – ha effettuato una scelta politica». Ha quindi sottolineato che i referendum sono stati proposti da un numero molto elevato di firmatari”. Francesco Bruzzone (Lega Nord), invece ha ribadito che “Non ha senso chiedere spiegazioni al Governo». Ha quindi proposto di verificare attraverso la commissione consiliare Controlli «se la Giunta mette in atto quanto viene approvato in quest’aula con gli ordini del giorno”, mentre Gino Garibaldi (Pdl) ha chiesto di ritirare l’ordine del giorno, dicendo: “è pura demagogia”.

Matteo Rosso (Pdl) ha ribadito che il suo gruppo aveva già approvato un ordine del giorno con il quale si chiedeva l’accorpamento delle elezioni: “Ma adesso questo nuovo ordine del giorno fa solo sprecare tempo. Non mi risulta che il presidente Burlando abbia contattato il Governo per chiedere l’accorpamento delle due date. Sarebbe quindi opportuno inviare gli ordini del giorno alla commissione Controlli, per verificare se viene poi attuato quanto previsto dal dispositivo”. Per Nicolò Scialfa (Idv) è invece importante votare il documento, per sottolineare il fatto “Che il Governo questa volta l’ha fatta veramente grossa. Risparmiando i soldi della doppia chiamata alle urne, si sarebbero potute coprire ampie fette di spesa per il sociale taglieggiato dalle decisioni governative”.

Anche per Matteo Rossi (Sel) il Governo ha compiuto : “Un gesto irresponsabile”. Ha quindi sottolineato l’importanza del documento in approvazione.

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