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Hockey in line: l’arbitro giudica l’impianto non a norma, Savona sconfitto a tavolino

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Savona. Novi Hockey al primo posto con 21 punti, Lepis Piacenza a quota 16, Falchi Parma a 10, Skating Club Savona a 7, chiude il Milano 24 con 4 punti. E’ questa la classifica finale del girone A della serie B.

La squadra savonese, pertanto, è fuori dalle prime tre. Un verdetto che sarebbe stato accettato da Monaco e compagni se fosse maturato sul campo, ma così non è stato. Sabato pomeriggio, infatti, le orche avrebbero dovuto affrontare i Falchi Parma ma non hanno potuto e si sono visti infliggere la sconfitta a tavolino per 5 a 0.

Ad impedire lo svolgimento della partita è stato l’arbitro inviato a dirigerla, Salvatori di Milano. Il direttore di gara, giunto al palasport di Zinola, ha ritenuto l’impianto non idoneo allo svolgimento della competizione. A suo dire, infatti, la pista è dotata di un solo cancelletto per l’ingresso dei giocatori, quando per regolamento devono essere due. Il secondo cancelletto è presente, ma è situato sul lato della tribuna. Secondo l’arbitro questo fatto non è regolare.

L’assurdità sta nel fatto che lo Skating Club Savona gioca in questo impianto dal 1995 e tutte le sue partite si sono disputate regolarmente. Nel recente passato il sodalizio del presidente Renzo Tassinari ha dovuto pagare una multa di 25 euro perché l’arbitro aveva segnalato l’assenza del secondo cancelletto, diffidando la società savonese. Questa aveva fatto ricorso, dimostrando con tanto di fotografie l’esistenza di un secondo ingresso. In ogni caso, l’impianto è stato omologato con queste caratteristiche e la questione non ha mai creato problemi di sorta.

E così sabato, nonostante le veementi proteste dei savonesi, l’arbitro non ha voluto sentire ragioni. Ha mandato tutti e casa e, il già di per sé breve campionato dei nerofucsia, è terminato con una partita di anticipo. La società savonese ha provveduto ad inviare un ricorso alla Federazione, chiedendo di poter giocare l’incontro. Il puntiglioso comportamento dell’arbitro fa riflettere ancora una volta con amarezza su come lo sport locale, già messo a dura prova dalla carenza di risorse, debba scontrarsi con una burocrazia che, a questi livelli, pare davvero eccessiva e controproducente.

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