Cronaca

Casa della Legalità: “Scandalosa la concessione della licenza alla sala giochi di Fameli”

Loano. La mafia è ovunque, anche in Liguria. Da Bordighera a Loano, da Alassio a Ventimiglia, percorrendo tutta la “striscia” che figura la nostra regione. Lo ha urlato ancora una volta oggi la Casa della Legalità che è tornata a Loano con una conferenza stampa pubblica per fare il punto sulla situazione ligure, alla luce del recente scioglimento del Comune di Bordighera e della Relazione annuale della Procura Nazionale Antimafia.

L’iniziativa si è tenuta davanti alla cosiddetta “villa Fameli”, ossia di Antonio Fameli, “soggetto – fanno sapere dalla Casa della Legalità – che storicamente si è accertato essere parte della cosca della ‘ndrangheta dei Piromalli, e che con il suo gruppo, ed in stretto collegamento con il boss Carmelo ‘Nino’ Gullace, continua ad agire con fare da spavaldo galletto” con varie immobiliari estere e con una sala giochi aperta a Loano. Il Comune loanese, infatti, nel maggio 2010 ha concesso l’autorizzazione alla società estera “Pafimo” – di Fameli appunto – per l’apertura della sala giochi denominata “Casinò Royale” .

“Non è possibile che un personaggio di questo genere – dice Christian Abbondanza della Casa della Legalità – con un’immobiliare estera possa avere una licenza per una sala giochi. Attività come questa sono da sempre strutture in mano alla criminalità organizzata e comportano la rovina di intere famiglie a vantaggio dei loro affari. E’ intollerabile che abbia ottenuto una regolare licenza dal Comune di Loano. Non dimentichiamoci che anche a Bordighera, di cui ora è stato sciolto il Consiglio comunale per sospette infiltrazioni mafiose, è partito tutto dalla richiesta di aprire proprio una sala giochi”.

“Noi monitoriamo da sempre il territorio e i segnali sono preoccupanti – continua Abbondanza – C’è chi, come l’ex ministro Scajola, cerca di minimizzare ciò che è accaduto a Bordighera. Certo, i voti presi lì e collegabili alla sua parte politica sono in parte anche quelli delle cosche mafiose. Sarebbe meglio non dimenticarsi che chi nega e minimizza non finisce per fare altro che il gioco della mafia. Le mafie vogliono rimanere nell’ombra: se chi dovrebbe contrastarle nega che esistano, diventa il loro alleato perfetto”.

“Anche il Savonese è a rischio – conclude l’esponente della Casa della Legalità – Basta vedere il caso del cantiere dello stadio di Alassio con due controlli nel giro di 15 giorni da parte della Dia, la questione spiagge, la questione del segretario generale del Comune alassino indicato come ‘personaggio omertoso’ dai magistarti dellla Dda di Reggio Calabria. Come non pensare poi alla presenza della cosca Gullace-Albanese-Raso (i Raso a Toirano e Balestrino con cave e i movimenti terra), i Fotia. Il principale colletto bianco arrestato dalla Dda di Reggio Calabria nell’operazione ‘Reale 3’, quella che ha condizionato il voto alle regionali 2010 in Calabria sapete dove è stato arrestato? A Savona”.

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