Economia

Albenga, polemica aste low cost. Pelosi: “Immobili venduti per acquistare importante terreno di Loano in zona mare”

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Albenga. Nell’occhio di affittopoli e svendopoli che si estende a macchia d’olio in tutta la penisola, ogni amministrazione pubblica è esposta al polverone. Tanto che i media fanno a gara per “fare le pulci” sulla cessione del patrimonio in mattoni o cercare lo scoop sulle cosiddette aste low cost, anche a livello locale. Non sempre, però, è facile entrare nei meccanismi della gestione pubblica immobiliare per appurare i dati di fatto.

Anche Albenga è finita nel mirino con tanto di nomea di “scandalo”. L’ex assessore al patrimonio, Giuseppe Pelosi, cerca di diradare i sospetti caduti su alcune alienazioni all’epoca della giunta Tabbò. “Gli immobili furono inseriti nel piano delle alienazioni allegato al bilancio 2007, approvato dal consiglio comunale, con l’indicazione dei prezzi a base d’asta per la vendita. Il ricavato delle alienazioni, come riportato nel Piano Generale di Sviluppo, era destinato all’acquisto in zona mare di un terreno di 13.468 metri quadri di proprietà del Comune di Loano, di grande rilevanza strategica per la sistemazione urbanistica dell’intera zona mare”.

“La sede ex Dc in piazza San Michele – prosegue l’ex assessore – e la Casa Mariettina Lengueglia furono alienate attraverso regolari bandi di gara, supportati, come per legge, da idonea pubblicità e fruttarono 970.000 euro subito impegnati per l’acquisto dei terreni di Loano. La casa Mariettina Lengueglia per la quale si paventa chissà quale combine tra amministratori comunali e acquirenti, versava, e ancora versa, in pessime condizioni di abbandono e degrado, tanto che la valutazione data dall’Ufficio Patrimonio apparve eccessiva a molti operatori del settore che si erano dimostrati interessati all’acquisto. Se poi la successiva compravendita tra privati ha condotta ad una valutazione diversa dell’immobile, questo fa parte del gioco del mercato e della propensione al rischio d’impresa sulla quale non sta a noi giudicare”.

“E’ bene però sottolineare – aggiunge Pelosi, oggi tra i banchi dell’opposizione consiliare – che se, da tutta l’operazione, qualche privato ci ha guadagnato, il Comune non ci ha certamente rimesso, investendo i soldi ricavati dalle due alienazioni in un terreno indicizzato in zona mare di grande valore economico, a fronte di una spesa pari a 69 euro a metri quadri (meno di un terreno gerbido), anche se l’interesse pubblico non è dato tanto dal valore economico dell’area quanto dalla possibilità di sottrarla alla speculazione edilizia e destinarla alla realizzazione di un grande parco urbano”.

“Questi sono i fatti – conclude l’ex assessore al patrimonio – Tutto il resto è frutto del ‘Metodo Boffo’ per cui si costruisce ad arte uno scandalo mediatico per colpire l’avversario politico con accuse senza fondamento, per intimidirlo e metterlo a tacere. Non sarà certo il caso della minoranza di cui faccio parte”.

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