Liguria. Le richieste di nullità matrimoniale giunte al Tribunale Ecclesiastico Ligure nel 2010 sono state 107. Il dato, illustrato in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario ecclesiastico, è in linea con quelli degli anni precedenti (107 nel 2010, 101 nel 2009 e 110 nel 2008), mentre un deciso aumento si era registrato nel 2007 con 143 nuove cause. Quale tribunale ecclesiastico di prima istanza, sono state emesse 96 sentenze: 89 affermative, ossia hanno decretato la nullità del matrimonio, 7 negative e 4 cause rinunciate o archiviate.
Sono state inoltre trattate 156 cause in appello, provenienti dal Tribunale Ecclesiastico Regionale Lombardo. Di queste: 144 sono state confermate; 3 sono state riaperte e confermate affermativamente. Delle 11 giunte negative, 2 sono state confermate come tali, mentre per 9 è stato ribaltato il verdetto da negativo in positivo e saranno trattate in terzo grado dal Tribunale della Rota Romana. In totale dunque il Tribunale di Genova, in un anno, ha emesso 254 decisioni. Rimangono giacenti 187 di prima istanza e 77 di appello.
“A fronte delle migliaia di separazioni coniugali avvenute in Liguria nel 2010 sono soltanto una goccia rispetto al mare dei matrimoni falliti”, ha affermato il vicario giudiziale, monsignor Paolo Rigon.
A livello diocesano, delle 100 cause di prima istanza giunte nel 2010 al Tribunale Ecclesiastico Ligure, 46 provenivano da Genova, 5 da Albenga, 15 da Chiavari, 16 da La Spezia, 5 da Savona, 9 da Tortona e 4 da Ventimiglia. L’età media dei richiedenti è di 28-29 anni e le richieste sono da dividere in maniera identica tra uomini e donne.
Dai dati resi noti oggi dal vicario giudiziale, monsignor Paolo Rigon, emerge inoltre come a chiedere la nullità sono stati soprattutto impiegati (14). Seguono professionisti (9), casalinghe (4), insegnanti (7), disoccupati (4), pensionati (3), operai (2) e altre professioni (6). Le richieste di nullità maggiori si riscontrano tra coloro che sono sposati tra i due ed i cinque anni.
Tra le motivazioni per cui vengono dichiarati nulli i matrimoni, ha affermato ancora monsignor Rigon “tre sono i capi di nullità predominanti nel Nostro Tribunale di prima istanza: il primo è quello che riguarda i problemi psicologici e neurologici nonché l’incapacità grave di assumere ed adempiere agli obblighi essenziali del matrimonio; al secondo posto l’esclusione dei figli dal matrimonio e al terzo posto l’esclusione della indissolubilità, ossia la riserva di separarsi e divorziare se le cose dovessero andare male”.