Cronaca

Tentato omicidio con machete, coltello e falcetto: il racconto dell’assessore Ligorio (foto)

Cairo Montenotte. In cinque hanno disarmato Josè Francisco Formica Galvis, il cinquantenne italo-colombiano che stamane ha assalito a colpi di machete un’assistente sociale nei locali dei Servizi Sociali in via Dante a Cairo Montenotte. Per bloccare la furia omicida è anzitutto intervenuto l’assessore cairese Giovanni Ligorio, richiamato dalle urla provenienti dal corridoio della sede collocata nell’ex cinema. Lo stesso Ligorio è rimasto leggermente ferito, mentre la donna aggredita, Veronica Meinero, 27 anni, di Dego, si trova in gravi condizioni con profonde lesioni muscolari ed ossee tra la scapola e il collo.

Questo il racconto dell’assessore ai servizi socio-assistenziali, che ripercorre la dinamica delle fasi più concitate della sequenza: “Verso le 9,15 sono entrato nella sede e ho fatto un saluto ai presenti, poi sono passato ad un ufficio e da lì ho sentito urla forti provenire dal corridoio. Mi sono precipitato e ho visto l’uomo che aggrediva l’operatrice dei Servizi Sociali. Per fortuna la scena è avvenuta nel localino piccolo e angusto delle fotocopiatrici, che impediva i movimenti all’assalitore: sono corso contro l’uomo per bloccarlo, afferrandogli l’impugnatura del machete per impedire che calasse i fendenti”.

Una lama ricurva di circa 30 centrimetri quella utilizzata da Josè Formica. “La donna si proteggeva con l’avambraccio sinistro – prosegue l’assessore Ligorio – Ma i colpi l’avevano già raggiunta sul muscolo del collo e sulla scapola. Ho stretto l’uomo e l’ho spintonato cercando di farlo cadere a terra. Nel frattempo sono arrivati Luca Tessitore e Giorgio Bellini, che l’hanno placcato sul fianco e sul bacino per immobilizzarlo”.

La furia dell’aggressore è però incontenibile, accompagnata da monosillabi farfugliati. “Io cercavo ti tenergli il machete basso, che lui comunque puntava verso l’esterno – spiega Ligorio – Abbiamo chiamato aiuto e sono arrivate altre due persone a darci manforte. A quel punto l’uomo ha estratto da una tasca dei pantaloni un coltello, sui 20 centimetri, e poi tira fuori dalla giacca un falcetto per tagliare l’erba. Alla fine in cinque riusciamo a paralizzarlo e atterrarlo. E ci rendiamo conto che è Veronica ad essere stata aggredita. E’ un miracolo che si sia scongiurato il peggio, con tutte le armi che aveva con sé”.

Veronica Meinero, l’assistente sociale, in quel momento è accasciata su una sedia e perde copiosamente sangue. I presenti cercano di tamponare come possono le ferite, quindi arrivano i soccorritori del 118 che la stabilizzano per il trasferimento in volo in ospedale. L’italo-colombiano viene quindi arrestato dai carabinieri con l’accusa di tentato omicidio: avrebbe agito per vendetta, sfogando il rancore maturato nei confronti dell’assistente sociale.

L’uomo, infatti, era entrato in un periodo di turbe psichiche dopo la separazione dalla moglie e la perdita della patria potestà sui figli, assegnati ad un centro d’accoglienza. Secondo quanto appreso, lo scorso gennaio i Servizi Sociali di Cairo avevano richiesto per il cinquantenne un percorso riabilitativo psichiatrico.

Vuoi leggere IVG.it senza pubblicità?
Diventa un nostro sostenitore!



Sostienici!


Oppure disabilita l'Adblock per continuare a leggere le nostre notizie.