Alassio. Solo ieri era stato il vicesegretario comunale Demetrio Valdiserra a voler fare delle precisazioni sulla vicenda. Oggi, a rompere il silenzio, per una “precisazione doverosa”, sull’inchiesta della Procura savonese sulla gestione delle spiagge di Alassio che ha investito il Comune di Alassio, è stato l’assessore Rocco Invernizzi.
“Stante la marginalità della mia posizione nella vicenda relativa all’affidamento delle spiagge ‘comunali’, il mio avvocato mi ha sempre consigliato di mantenere un basso profilo. A seguito però dell’ennesimo articolo pubblicato sul giornale nel quale si cita indiscriminatamente il mio nome a lesione della mia reputazione in ambito personale, lavorativo e politico, sento il dovere di precisare alcune cose” esordisce Invernizzi.
“L’ufficio comunale del Demanio Marittimo, di cui io sono l’Assessore di riferimento, non ha mai curato, né ha ricevuto incarico di farlo, la gestione amministrativa dell’affidamento delle spiagge ‘comunali’ in relazione alla Soc. Gesco Mare, ora SBM, così come risulta dalla documentazione agli atti in possesso anche della Procura della Repubblica. L’incarico politico, anch’esso relativo alla vita societaria della Gesco Mare ora SBM non era affidato alla mia persona ed io non me ne sono mai occupato” spiega l’assessore.
“Preciso anzi che nel periodo di nascita della Soc. SBM e successivo affidamento delle spiagge, al sottoscritto erano state ritirate le deleghe in seno alla Giunta Comunale – prosegue Invernizzi -. Io in quel periodo non potevo svolgere le funzioni di Assessore e non ero più membro della Giunta Comunale, pertanto non ero nella possibilità fisica di seguire tale vicenda. Infine tengo a precisare che il provvedimento del Sindaco Reggente di sollevare il sottoscritto dall’incarico politico afferente le concessioni comunali è stato un atto concordato e non una doccia fredda, anzi si tratta di un provvedimento voluto dal sottoscritto per massima trasparenza e già annunciato nell’ultimo Consiglio Comunale. Continuerò invece ad occuparmi di tutte le altre pratiche demaniali con il medesimo impegno che ho sempre profuso sino ad ora”.
“Rimango pertanto fiducioso del lavoro che sta svolgendo la Procura di Savona certo che l’accuratezza delle indagini dimostrerà inequivocabilmente la mia estraneità ai fatti a me contestati, ovvero ‘l’abuso d’ufficio’, nonché la correttezza normativa degli atti amministrativi emessi dall’Ufficio comunale del Demanio Marittimo” conclude Rocco Invernizzi.
Intanto il lavoro degli inquirenti prosegue: domani in Procura saranno ascoltate altre sei persone. Si tratta di dipendenti ed ex dipendenti dell’ufficio demanio (compresa la dattilografa ormai in pensione ed un cantoniere). Grazie a queste audizioni i magistrati savonesi potrebbero fare luce sull’assegnazione delle concessioni per la gestione delle spiagge libere attrezzate della città del Muretto. Per ora sul registro degli indagati sono finiti i nomi di 12 persone per le quali il reato ipotizzato è abuso in atti d’ufficio e peculato.
Secondo indiscrezioni, trapelate negli ultimi giorni, la Procura avrebbe ipotizzato che alla base di tutto il sistema di gestione delle spiagge ci fossero dei pacchetti di voto offerti in cambio delle concessioni degli stabilimenti balneari. Un’ipotesi che non viene confermata dalla Procura da dove si limitano a precisare che questa ipotesi non è agli atti. Questo fatto però non esclude che, in futuro, qualcosa possa muoversi in questa direzione.
Delle risposte potrebbero arrivare certamente da questo nuovo “giro” di interrogatori voluti dal procuratore capo Francantonio Granero e dal sostituto Maria Chiara Paolucci che, sulla base di quello che era emerso nei mesi scorsi, hanno deciso di svolgere ulteriori accertamenti. Tra le persone indagate figurano Fabrizio Calò e Rocco Invernizzi, il presidente di Gescomare e Bagni di Mare, Corrado Barbero, il vicesegretario comunale Demetrio Valdiserra e i responsabili delle 3 società di gestione.