Cronaca

Condanna Don Lu, il pm Ferro: “Soddisfazione per la bambina”. Il procuratore: “Delicatezza in un processo difficile”

Savona. Il silenzio rotto dal coraggio delle indagini, una cortina di segreti spezzata a suon di perizie e investigazioni. L’aria che si respira in Procura, dopo la sentenza che condanna in primo grado don Luciano Massaferro, è ancora carica di tensione ma l’idea che passa è quella di un esito processuale che rende merito all’attività inquirente. La vittima degli abusi, la bambina di 12 anni che seguiva il sacerdote come chierichetta durante le benedizioni, è tornata ad avere voce: al centro della delicatissima vicenda attraverso i certificati medici del Gaslini e i dati raccolti, verificati e incrociati nel microcosmo alassino dagli agenti della polizia. La forza di questo carico documentale ha dato senso alle sue parole, per lungo tempo inascoltate.

Il sostituto procuratore Giovanni Battista Ferro, subito dopo la sentenza, è salomonico: “Soddisfazione per la bambina”. Il procuratore Capo Francantonio Granero non vuole entrare nel merito della pronuncia, ma dichiara: “Esprimo apprezzamento per il lavoro dei colleghi che hanno sostenuto la tesi accusatorio in un dibattimento così complesso”. In trincea per la pressione mediatica? “Nessuna pressione – afferma Granero – Ma l’ufficio avvertiva piuttosto la delicatezza e la responsabilità di affrontare un processo così difficile”.

Per Mauro Vannucci, avvocato di parte civile, “l’atteggiamento processuale dell’imputato ha dato forte indicazioni al collegio. Il suo modo elusivo non l’ha aiutato. Ben tre pareri medici hanno confermato che la perizia psichiatrica era attendibile e che la bambina diceva la verità”.

Il parroco della chiesa alassina di San Vincenzo, nel turbine della grave accusa dal 29 dicembre 2009, si è sempre proclamato estraneo e ha raccolto le testimonianze di solidarietà di numerosi parrocchiani, che si sono anche organizzati per chiederne la liberazione dopo l’ingresso in carcere. Ma il collegio giudicante oggi dopo due ore di camera di consiglio ha comminato una pena ancora più severa di quella richiesta dai pm Ferro e Coccoli. Sette anni e otto mesi di reclusione, interdizione perpetua dai pubblici uffici e quindi interdizione perpetua a fini educativi. Una condanna con il massimo delle aggravanti previste dal codice, anche per il particolare ruolo pastorale del quarantaseienne Massaferro. In aggiunta, il risarcimento di 180 mila euro per la bambina e 10 mila per la madre della stessa, del quale anche la diocesi potrebbe rispondere.

I cosiddetti fedelissimi e i parrocchiani di Don Lu non si danno per vinti (“In appello! Siamo tutti con te”), mentre il legale difensore Alessandro Chirivì commenta: “Attendiamo di conoscere le motivazioni di questa sentenza che ci sembra infondata. Prepariamo ricorso in appello”.

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