Anche Legambiente Turismo interviene sul dibattito in merito alla proposta della tassa sul turismo: “Mentre il settore si sforza di invertire la rotta c’è chi ricomincia a parlare di una tassa sul turismo (o sui turisti) al solo scopo visibile di mettere un po’ di soldi in cassa. Le città turistiche, come tutte le altre, vedono la riduzione dei fondi disponibili. Il funzionamento delle città e dei servizi richiede spese che i sindaci non sanno più come coprire. La gestione delle casse comunali si presenta più difficile e problematica: lo stato taglia i soldi ai comuni; l’uso degli autovelox è diventato problematico; c’è il rincaro delle bollette di acqua, gas, rifiuti e energia e non si vedono servizi migliori; i proventi di urbanizzazione e ICI sulle seconde case calano per il crollo del mercato immobiliare”.
“Una tassa sui pernottamenti in città affidata agli albergatori – si chiede Legambiente Turismo – non incoraggia tendenze già presenti ad alloggiare altrove? Chi propone un balzello sugli arrivi, anche solo per qualche ora, come pensa di applicarlo e soprattutto controllare il pagamento? Le persone (turisti e pendolari) sono spesso decine di migliaia ogni settimana e molti arrivano in treno e proseguono in autobus o a piedi. Si controllerà con tornelli e guardie agli ingressi? Non si rischia di spendere più soldi di quelli che si incassano?”.
“E, soprattutto, in tempo di globalizzazione e competitività quanto aspetterà ancora il taglio dell’aliquota IVA sul turismo che in Italia è tra le la più alte d’Europa? Accanto ad una maggiore oculatezza nella spesa forse un riordino di questa materia che tenga conto anche delle entrate dei comuni non guasterebbe e sarebbe più corretto e praticabile” conclude Legambiente Turismo.