Cronaca

Omicidio Centa: il 15 febbraio via al rito immediato per Pederiva e Garcia

Albenga - omicidio magrebino

Savona. Prenderà il via il 15 febbraio il procedimento penale per l’omicidio di Hassan Oayane, il marocchino ucciso alla foce del fiume Centa ad Albenga a metà del marzo scorso. E’ stata infatti fissata la data del giudizio immediato che vedrà come imputati, di fronte al giudice Emilio Fois, con l’accusa di omicidio, l’italo-cileno Christian Libero Pederiva, 29 anni, e lo spagnolo Luis Miguel Redondo Garcia, 37.

La vittima era stata uccisa con quattro fendenti, di cui uno mortale, inflitti rispettivamente al viso, all’addome e al torace. Secondo le ricostruzioni degli inquirenti Hassan Oayane era stato ucciso in seguito ad una lite scoppiata per una ragazza, la ragazza di Pederiva, che sarebbe stata oggetto di avances da parte del marocchino.

Secondo la versione data dallo spagnolo dopo l’arresto, la sera del delitto, alla foce del Centa si trovavano lui, Pederiva e la sua compagna, una ragazza albenganese, per fare un barbecue insieme. Solo in un secondo momento sarebbe arrivato Hassan Oayane che si è aggiunto a loro. Garcia ha anche precisato che non conosceva il marocchino. La lite sarebbe scoppiata perché Oayane ha iniziato ad importunare pesantemente la compagna di Pederiva.

A quel punto, complice anche l’alcol, tra i due sono volate parole grosse che sono poi degenerate in spintoni, calci e pugni. Poi Oayane avrebbe estratto un coltello, imitato da Pederiva. E’ a questo punto che Luis Miguel Garcia sarebbe intervenuto solo per tentare di dividerli, ma la vittima e Pederiva, più grossi di lui, l’avrebbero spinto via e allontanato. Nel frattempo, sempre secondo il racconto dello spagnolo, la ragazza sarebbe fuggita via.

Luis Garcia ha spiegato che Oayane e Pederiva si sono colpiti a vicenda, ferendosi reciprocamente, ma che quando lui e l’italo-cileno si sono allontanati il marocchino era vivo. Secondo lo spagnolo, che ha poi accompagnato Pederiva al pronto soccorso per essere medicato, anche Oayane, mentre loro si allontanavano dall’area pic-nic, stava scappando a piedi.

Lo spagnolo si è quindi dichiarato estraneo all’accoltellamento. Pederiva, difeso dall’avvocato Giuseppe Ravinale, invece avrebbe ammesso che c’è stata una colluttazione ma anche lui avrebbe sostenuto che il marocchino era vivo quando si sono allontanati dalla foce del Centa. Gli accertamenti clinici avevano anche evidenziato che Luis Miguel Redondo Garcia, assistito dall’avvocato Nazareno Siccardi, aveva assunto eroina a breve distanza di tempo dall’uccisione di Oayane.

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