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Albenga, sono 1000 gli stranieri che lavorano nella Piana: il 70% del totale

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Albenga. Nella sola piana albenganese sono impiegati in agricoltura quasi mille stranieri, in prevalenza extracomunitari nordafricani. Il trend dell’impiego di manodopera straniera segue la crescita che si registra a livello nazionale ove è stato stimato, da parte della Coldiretti, che nei campi italiani sono stati impiegati l’anno scorso 185 mila lavoratori provenienti dall’estero.

Nei prossimi giorni, le tre organizzazioni sindacali agricole (e gli stessi privati) saranno impegnate ad accaparrarsi il maggior numero possibile di immigrati, dal momento che le richieste delle aziende è superiore al numero di accessi consentiti. Si tratta delle domande per ottenere il permesso di soggiorno stagionale della durata massima di 9 mesi (il lavoratore al termine del contratto deve ritornare nel suo paese). Diversa è l’emanazione dell’attuale decreto del 30 novembre 2010, fondato sull’urgenza di soddisfare le esigenze del mercato del lavoro italiano, che consente l’ingresso di lavoratori non stagionali, determinando quote di paesi che collaborano con l’Italia nel regolamento dei flussi di ingresso e nelle procedure di riammissione.

“Il numero dei lavoratori stranieri non stagionali – spiega Marco Allaria Olivieri, direttore provinciale della Coldiretti – è stato quest’anno stabilito in 98 mila unità per tutta l’Italia. Nel 2007 (ultima ripartizione) alla Liguria fu assegnato il numero di 1.500 unità per tutti i settori. Nella nostra provincia sono state effettuate, nel 2009, circa 215 mila giornate lavorative, svolte da operai agricoli a tempo determinato e 80 mila giornate di operai agricoli a tempo indeterminato”. A livello nazionale i 185 mila stranieri in agricoltura rappresentano il 5 per cento in più rispetto all’anno precedente, mentre la forza lavoro estera tocca quota 21 per cento.

Nella realtà locale, in particolare, i lavoratori extracomunitari in agricoltura sono circa i due terzi dell’intera forza lavoro, pari cioè a quasi il 70 per cento. Il direttore provinciale della Confagricoltura, Michele Introna, afferma: “Proprio in questi giorni stiamo raccogliendo le domande ad iniziare dal 17 gennaio. Abbiamo più richieste da parte delle aziende nostre associate che non quote a noi concesse. Da tempo facciamo presente questa situazione al fine di ottenere un innalzamento della quota dei flussi a noi destinati”.

Anche alla Cia (Confederazione Italiana Agricoltori) fa notare come le richieste di mano d’opera straniera nel settore primario siano superiori alle disponibilità delle quote. “Il problema – evidenziano i funzionari addetti al settore dei lavoratori extracomunitari – è soprattutto quello delle ‘conversioni’ dei contratti di lavoro da stagionali a non stagionali, che consentirebbero di eliminare il faticoso pendolarismo annuale con le nazioni di provenienza dei lavoratori”.

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