Liguria. “Non nascondo una grande preoccupazione per le prospettive di lavoro e per la tenuta dei redditi nel 2011. Le nostre previsioni dicono che la crisi finanziaria ed economica è diventata anche crisi sociale, con una disoccupazione giovanile al 28%, con gli ammortizzatori sociali tradizionali ed in deroga che vanno ad esaurirsi senza la ripresa e col risparmio delle famiglie (principale ammortizzatore sociale) che si assottiglia” ha detto Renzo Miroglio segretario generale Cgil Liguria.
“Le occasioni di lavoro sono rare e di tipologia sempre più precaria (il 65% dei nuovi assunti hanno contratti a termine). I redditi da lavoro e da pensione perdono potere d’acquisto anche in virtù della mancata restituzione del fiscal drag. La sciagurata manovra del governo non favorisce ne’ la creazione di lavoro (senza uno straccio di politiche industriali e di sviluppo), ne’ la stabilizzazione dei precari (anzi licenzia i precari di scuola e ricerca), ne’ sostiene i redditi (anzi, tagliando i servizi ad esempio come il FNAS, li abbassa)” prosegue Miroglio.
“La manovra che la Regione è obbligata a fare deprimerà inevitabilmente ancor di più l’economia e i redditi, in particolare col rincaro di tariffe e pagamento di servizi. La scelta politica di tentare di salvare, per quanto possibile, le politiche sociali e il TPL è condivisibile, come condivisibile è la scelta di non aggravare il peso del prelievo fiscale, fatti salvi i conti della sanità, ben sapendo che l’IRPEF grava principalmente sui redditi fissi, cioè su stipendi e pensioni (l’85% dei liguri dichiara meno di 30.000 € di reddito annuo)”
“In questo contesto, salvo svolte radicali nella p.e. e sociale del governo nazionale, la strada dell’individuazione di margini di risparmio nella spesa regionale è obbligata, e lo dovrebbe essere in forma bipartisan, per investire il ricavato nel sostegno alla crescita. Queste aree di possibile risparmio vanno ricercate nei capitoli di spesa più corposi: sanità e tpl. Economie di scala, centralizzazione degli acquisti, integrazione socio sanitaria, azienda regionale unica di trasporto locale: sarebbe troppo se diventassero oggetto di intervento, superando la logica delle intoccabilità delle posizioni di potere? Potrebbero diventare terreno di convergenze bipartisan in nome di un interesse comune? Sarebbero i temi giusti su cui ricercare le convergenze con le forze rappresentative del lavoro e delle imprese, per un vero patto sociale che affianchi quello per lo sviluppo che in tutti questi mesi burrascosi ha dato buoni frutti nel contrasto alla crisi. Su queste questioni la Cgil ligure è pronta a dare il suo contributo” ha concluso il segretario Cgil Liguria.