Cronaca

Don Rebagliati rompe il silenzio: “Mi hanno chiesto di autosospendermi, ma io vado avanti”

Savona. Don Carlo Rebagliati rompe il silenzio. Il sacerdote 60enne, ex economo della Diocesi, ora parroco di Noli, che nelle scorse settimane è finito nel mirino della Procura savonese dopo la denuncia di un ragazzo tossicodipendente che aveva frequentato la parrocchia prima di essere allontanato dallo stesso Rebagliati, ha scelto di raccontare la sua verità. Don Carlo ha deciso di sfogarsi apertamente dopo che, nel pomeriggio di mercoledì, il Vescovo Vittorio Lupi, sulla base di alcune dichiarazioni attribuite all’ex economo, gli aveva chiesto di autosospendersi dal suo incarico.

“Smentisco categoricamente e pubblicamente – si sfoga Rebagliati che, mentre parla, è affiancato dal suo avvocato Tiziano Gandolfo e dall’amico Francesco Zanardi – di aver mai pronunciato davanti al pubblico ministero o durante un interrogatorio le frasi ‘ho amato un noto batterista’ e ‘siamo stati insieme per 12 anni’. Niente di tutto questo risulta dagli atti della Procura. Il Vescovo mi ha chiesto di autosospendermi dall’incarico come parroco di Noli perché io possa difendermi”.

“Io ho spiegato al Monsignore – prosegue Don Carlo – che, finora, non avevo parlato per mantenere un profilo basso e per evitare il clamore mediatico. Questo anche per consentire che la magistratura potesse continuare a lavorare tranquillamente. Non sono stato zitto perché evitavo di difendermi ma solo perché non ritenevo fosse necessario dover dare delle spiegazioni. Visto che per poter continuare a tenere il mio incarico però serviva smentire pubblicamente certe parole che mi sono state attribuite allora lo faccio”.

“Ci tengo anche a precisare che il Vescovo mi ha chiesto di autosospendermi, oltreché per difendermi, perché ho problemi di salute: si tratta di problemi ai reni che, da gennaio, mi costringeranno a fare la dialisi. Niente di diverso. Ritengo però che, viste queste premesse, non sia necessario che io mi autosospenda. Sono certo di potermi difendere e curare anche da parroco di Noli. A questo punto se il Vescovo lo riterrà opportuno dovranno prendere qualche provvedimento dall’alto” aggiunge l’ex economo.

Don Rebagliati, insieme al suo legale, ha poi voluto precisare il contesto nel quale è maturata la denuncia contro di lui in Procura che lo ha portato ad essere indagato per induzione della prostituzione: “Durante l’estate mi è stato rubato un assegno e per quel furto ho presentato una regolare denuncia. Dopo quell’episodio, ritenendo quel ragazzo responsabile, l’ho allontanato dalla parrocchia. Capite che voleva impossessarsi di 15mila euro che peraltro erano un bene della comunità dei parrocchiani, non mio. In seguito ho subito delle minacce da quel ragazzo e un tentativo di estorsione per il quale, il 7 settembre scorso, ho sporto querela. Dopo poco più di un mese, il 10 ottobre, è arrivata la sua denuncia in Procura”.

Secondo quanto riferito da Don Carlo, durante il tentativo di estorsione, il giovane tossicodipendente gli avrebbe detto “o mi dai 3mila euro oppure io vado a raccontare che abbiamo avuto rapporti sessuali, che mi costringevi a lavorare in nero e che mi hai trasmesso l’Hiv”. Minacce che poi si sarebbero trasformate nel contenuto della denuncia presentata al pm Giovanni Battista Ferro. Secondo quanto trapelato infatti nel fascicolo, in cui l’ipotesi di reato è induzione alla prostituzione, le accuse lanciate contro Don Rebagliati sarebbero proprio queste.

“Sono sereno e tranquillo – ripete l’ex economo – perché ritengo di non aver assolutamente fatto le cose per cui sono stato denunciato. Lascio lavorare la magistratura e dal mio punto di vista non ho nulla da rimproverarmi. Quella persona mi ha rubato un assegno e intendeva rubare 15mila euro della parrocchia. Io per questo l’ho denunciato. Credo comunque che la questione pedofilia e questa vicenda siano separate”.

Sul discorso delle voci su presunti amanti “eccellenti” e rapporti omosessuali Don Carlo ribadisce: “Quelle dichiarazioni sono false. Non nego di aver avuto a che fare con certi personaggi ma è una cosa diversa. Per esempio io ho conosciuto Cristiano Malgioglio. Questo perché quando aveva perso la mamma un amico comune gli disse che avrebbe potuto parlare con me per cercare di lasciarsi alle spalle lo sconforto per la sua perdita. Così lo incontrai e celebrai anche una messa per sua madre. Questi sono i miei rapporti con il mondo dello spettacolo”.

Sulle reazioni dei suoi parrocchiani l’ex economo della Diocesi racconta: “Mi hanno dato tutta la loro solidarietà. Addirittura volevano organizzare una raccolta firme per sostenermi ma gli ho chiesto di non farlo. Non è necessario. Loro si fidano di me e questo mi basta”.

A questo punto Don Rebagliati non ha più niente da aggiungere. Per quasi un’ora si è sfogato davanti ai taccuini aperti dei cronisti e può bastare. Si congeda precisando che con la Curia non c’è nessuna polemica: “Non sono in disaccordo con la chiesa e spero di non esserlo nemmeno con il padre eterno”.

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