Stop a pesca rossetti e bianchetti, la Regione Liguria chiama Bruxelles

bianchetti

Regione. Liguria in prima fila per una pesca sostenibile, ma i problemi non mancano. Ogni anno vengono pescate in Liguria tremila tonnellate di pesce, il 30 per cento del consumo. Una pesca prevalentemente artigianale con una lunga  storia di cultura e tradizioni locali.  Negli ultimi dieci anni i pescatori liguri sono calati del 40 per cento, ora sono meno di 600, quasi tutti ultrasessantenni alle prese con nuove regole comunitarie, con una distribuzione che passa in troppe mani, consumatori poco attenti alla tracciabilità e al prodotto locale quasi sconosciuto, un mare minacciato dal cemento  e dall’inquinamento.Le imprese sono in crisi e in difficoltà di fronte alle nuove norme europee, non sempre dettate dalla sostenibilità delle pesca,  occorre meno burocrazia- affermano- e piani di gestione che tutelino davvero il comparto e il lavoro.

La Liguria è stata la prima Regione in Italia ad aver elaborato piani di gestione locale con lo scopo di assicurare un sostanziale equilibrio tra prelievo e riproduzione delle specie, un progetto che sembra essere ben visto a Bruxelles anche se non sono ancora arrivate risposte definitive.

“Siamo in attesa di una comunicazione ufficiale dell’Ue – spiega l’assessore Barbagallo – e stiamo pensando alla possibilità di avere un’audizione col Commissario Europeo alla Pesca per avere una risposta definitiva sulle tre pesche speciali, cicciarelli, rossetti e bianchetti, fondamentali per la nostra pesca”.

Sulla questione delle pesche speciali Barbagallo sottolinea come  la Regione abbia svolto un lavoro completo, predisponendo già da diverso tempo tutta la documentazione necessaria, frutto di una intensa collaborazione con il mondo della ricerca e dei rappresentanti dei pescatori e come più volte sia stato sollecitato il Ministero affinché agisca tempestivamente su tutta la questione.

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