“I volti dell’Africa”: venerdì la prima proiezione della rassegna cinematografica

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Altare. Il progetto “I volti dell’Africa” nasce dall’incontro tra il settore Cooperazione Internazionale della Provincia di Savona e il Comune di Quiliano e vede il coinvolgimento della Onlus “Savona nel cuore dell’Africa” e dei Comuni di Altare, Bergeggi, Noli, Spotorno e Vado Ligure.

I fili conduttori dell’iniziativa sono l’omonimo progetto di arte postale e digitale che ha dato vita appunto ad una mostra itinerante che dal 6 al 28 novembre sarà allestita presso Villa Rosa, sede del Museo dell’Arte Vetraria di Altare, e il sostegno al progetto di cooperazione sanitaria internazionale “Mama ti ngo”, rivolto alla tutela della maternità e dei bambini.

La mostra sarà inaugurata sabato 6 novembre alle ore 17 e sarà visitabile dal martedì alla domenica, dalle 16 alle 19.

Alla mostra è affiancata una rassegna di cinema africano, curata da Daniela Ricci, che apre per la prima volta ad Altare presso il Teatrino Parrocchiale Monsignor Bertolotti, in piazza Vittorio Veneto, con due film che conducono alla scoperta di alcuni aspetti legati alle culture africane tradizionali, trasportando sullo schermo il mito, le donne, le espressioni artistiche e le loro contraddizioni.

La prima proiezione è prevista per venerdì 5 novembre alle ore 20,45 dal titolo “Sia, le Reve du Python” di Dani Kouyaté, Burkina Faso, con ospite della serata lo stesso regista Dani Kouyaté.

La seconda proiezione si svolgerà venerdì 19 novembre alle ore 20,45 dal titolo “En attendent les hommes” di Katy Lena Ndiaye, con ospite della serata Jean Odoutan, compositore, attore e regista, organizzatore di Quintessence, Festival Interzionale del Cinema di Ouidah in Benin.

Come descritto dalla curatrice, “Uno sguardo all’Africa”, offre l’occasione di guardare film purtroppo raramente visibili. Le cinematografie africane d’autore sono infatti troppo spesso ignorate dai circuiti commerciali.

Dopo il cinema coloniale ed etnografico, dopo che persone e luoghi africani sono stati sfondo e scenografia per gli sguardi occidentali, i cineasti africani hanno preso la parola e la telecamera per raccontare e riappropriarsi dei propri tempi e spazi. Così al tempo del “sole delle indipendenze”, di cui corre quest’anno il cinquantesimo anniversario, sono nate le cinematografie africane, realizzate da registi africani.

Tali cinematografie, anche molto diverse tra loro, hanno visto varie fasi ed evoluzioni. Già Sembène Ousmane, colui che è considerato il padre del cinema africano, parlava di “tirchieria” dei finanziamenti; la situazioni oggi è forse ancora peggiore, ma i registi, spesso in esilio, veri funamboli che riescono a realizzare le loro opere nonostante tutto, continuano a raccontare le loro storie.

Questi artisti, segnati dai traumi storici della schiavitù e colonizzazione, alla ricerca delle proprie identità, che hanno faticato a varcare le frontiere dell’Occidente, per un ironico ribaltamento di situazione diventano, seppur a volte involontariamente, “Caronti” di culture.

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