Albenga. Tra gli esponenti politici che sostengono la battaglia di Tomaso Bruno, il ragazzo detenuto in India con l’accusa di omicidio, c’è anche l’onorevole Eugenio Minasso. Il deputato del Pdl ieri sera non ha voluto mancare alla serata musicale per Tommy ad Albenga: “Io sono stato forse tra i primi, insieme a Roberta Pinotti, ad interessarmi di questo caso anche perché sono amico della famiglia di Tomaso. Siamo intervenuti appena la vicenda si è aperta insieme al Ministero degli Esteri, con il sottosegretario, il Ministro e gli ambasciatori in India”.
“Abbiamo seguito tutta la pratica e tutt’ora la stiamo seguendo. Stasera spiegherò il punto a cui siamo arrivati e quello che stiamo facendo e come stanno procedendo le cose. Purtroppo vanno a rilento ma l’India è un paese abbastanza complesso e forse il passato coloniale non fa vedere di buon occhio agli indiani coloro che arrivano nel loro territorio. E’ anche difficile quindi intervenire e fare delle pressioni, ma comunque le stiamo facendo a livello governativo e di Ministero. Resta il fatto che però è un paese molto difficile dove accade che un processo si fermi perché in aula manca la luce o il cancelliere si sente poco bene. Devo dire che purtroppo i ritardi sono dovuti anche a queste cose, sembra assurdo ma l’India è anche questo” spiega Minasso.
L’onorevole comunque è sicuro che la burocrazia italiana abbia fatto finora tutto il possibile: “Io posso dire, e credo lo possano confermare anche i genitori, che la burocrazia italiana ha fatto tantissimo. Anche Tomaso ed Elisabetta sono contenti per l’assistenza che hanno ricevuto e per l’impegno che c’è stato messo. Purtroppo le pressioni possono arrivare solo fino ad un certo punto, oltrepassare certi punti vorrebbe dire creare delle complicazioni maggiori”.