Cronaca

Rapine in banca nel savonese: 3 patteggiamenti e un’assoluzione

Savona. Tre patteggiamenti e un’assoluzione. Si è chiusa così, davanti al gup Barbara Romano, l’udienza preliminare che vedeva imputati, con l’accusa di rapina, quattro persone: Cosimo Parrinello, 31 anni, Filippo Azzolina, di 28, Giacomo Machì, di 30, e suo fratello Maurizio, di 25enne. Ad essere assolto, per non aver commesso il fatto, al termine del rito abbreviato è stato il minore dei fratelli Machì. Azzolina e Parrinello hanno invece patteggiato 3 anni e due mesi (in continuazione di una precedente sentenza), mentre invece Giacomo Machì ha patteggiato 8 mesi.

Gli arresti dei quattro, tutti accusati di aver commesso rapine in banca, erano stati eseguiti in esecuzione di altrettante ordinanze di custodia cautelare in carcere firmate dal gip Emilio Fois su richiesta del pm Ubaldo Pelosi. Oltre a loro per questa vicenda era finito in manette anche un 22enne, Antonio Di Meo. I militari, dopo alcuni mesi di indagini, erano risaliti agli autori di due colpi messi a segno in istituti di credito savonesi: la prima rapina risale al 20 agosto 2009 a Pietra Ligure (26mila euro sottratti alla filiale di Intesa San Paolo), la seconda il 17 novembre 2009 a Borghetto Santo Spirito alla Cassa di Risparmio di Savona da cui è stato sottratto un bottino da 1560 euro.

Era stato il modus operandi delle bande a permettere ai militari di risalire ai rapinatori arrestati: per la rapina alla filiale Intesa San Paolo di Pietra Ligure, i malviventi hanno agito a viso scoperto e con un coltello a serramanico con il quale hanno immobilizzato clienti e dipendenti per poi arraffare il bottino. Per la rapina del 17 novembre 2009 a Borghetto i due malviventi (Giacomo Machì e Antonio Di Meo) avevano invece operato senza armi ma con passamontagna.

Anche grazie ai fotogrammi del circuito di sorveglianza della banca di Borghetto (le telecamere della filiale pietrese non erano funzionanti) i carabinieri del reparto operativo avevano collegato le due bande di malviventi ad altrettante rapine avvenute in precedenza nel nord Italia: in particolare una messa a segno a Nizza Monferrato, mentre la seconda avvenuta alla Banca Popolare di Novara di Noli.

Secondo le indagini condotte dai carabinieri, non ci sarebbero stati rapporti diretti tra le due bande se non la presenza di Giacomo Machì come autore di entrambi i colpi negli istituti di credito savonesi.

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