Politica

Pd: “Finalmente svelato il bluff della Provincia sul depuratore ingauno”

Marco Russo - capogruppo PD provincia

“La Regione ha finalmente svelato il bluff della Provincia sul depuratore ingauno, mettendo fine a fantasiosi e strumentali stratagemmi per interessi di parte che avevano come solo effetto quello di non realizzare un’opera fondamentale per il nostro territorio”: a scriverlo in una nota targata Pd sono Marco Russo, capogruppo in consiglio provinciale del partito di centrosinistra e Giovanni Lunardon, consigliere provinciale e vice segretario regionale PD.

“Ma un altro bluff svelato – si legge nel comunicato – è quello che riguarda il depuratore di Alassio, il cui progetto non è mai stato in piedi dal punto di vista economico. Prima ancora della Regione a svelare il bluff è stato Melgrati in un suo intervento in Consiglio Provinciale in cui ha ammesso che quel depuratore non si potrà fare perchè non ci sono i soldi. Poichè Melgrati ritiene di essere stato travisato nella comprensione dell’intervento da lui pronunciato nell’ultimo consiglio provinciale a proposito dei motivi per cui non parte, nonostante le ‘rassicurazioni’ dell’Amministrazione comunale, il depuratore di Alassio, forse può essere utile soffermare l’attenzione su alcuni stralci di quell’intervento, secondo la trascrizione degli uffici della Provincia, stralci di per sè piuttosto ‘illuminanti’ ma a cui abbiamo ritenuto di affiancare alcuni nostri commenti. Melgrati ha detto tre cose: ‘Il Comune di Alassio si è trovato a partire con un project dove erano previsti 9,6 milioni di euro di contributo pubblico fissato da atti in una Conferenza Stato-Regione e poi si è trovato a colmare questo buco, tant’è che la Severn Trent è l’unica società che ha partecipato garantendo una fidejussione su 9,6 milioni di euro che non c’erano più’. Due commenti: primo, se davvero i 9,6 milioni fossero stati deliberati da una Conferenza Stato Regione, questi ci sarebbero ancora perché ben difficilmente si sarebbe potuto cambiare la loro destinazione, dunque la premessa di Melgrati non è corretta. Secondo, siccome quei 9,6 milioni non c’erano più da prima che partisse la gara, c’è da chiedersi su cosa si reggeva la gara stessa. Si tenga conto infatti che, come Melgrati tende spesso a dimenticare, la decisione di fare il depuratore a Villanova e di non destinare risorse pubbliche al depuratore comunale di Alassio (che invece avrebbe dovuto collegarsi a Villanova) è del 2005 e non solo non risulta agli atti il voto contrario del Comune di Alassio in quell’assemblea dell’ATO, ma la gara è stata bandita nel 2007 quando cioè Alassio sapeva perfettamente che il suo depuratore comunale era estraneo alle previsioni dell’ATO e alle relative coperture economiche. E nonostante ciò il comune di Alassio si è intestardito su un’opera non solo sbagliata ma che non reggeva sul piano economico”.

“Melgrati ha inoltre detto: ‘Oggi sarebbe già partito il depuratore di Alassio, ci sarebbero già le ruspe a scavare […], tra l’altro io, se mi dessero un’alternativa, oggi volentieri abdicherei a questo depuratore, se mi dessero un’alternativa di tipo tecnico e un’alternativa di tipo economico alle pretese della Severn Trent. Bisogna che qualcuno mi trovi una soluzione, una soluzione tecnica e una soluzione amministrativa o comunque contabile. Avremmo già incominciato a scavare senonchè ci siamo trovati nell’opportunità e nella necessità di dare un controllo più preciso a quello che sono i conti perchè anche noi non vogliamo sforare da quello che è una tariffa allineata a quella del ponente savonese che è quella che vede il depuratore di Borghetto comprensoriale avere una tariffa che si aggirerà attorno agli 0,80-0,85 euro. Il Comune di Alassio non può portare una tariffa che si aggirerà attorno agli 1,40 euro e allora stiamo valutando insieme alla società , è stata fatta un’ulteriore verifica con il piano bancario per portare questa tariffa a 0,90 che, con un impegno di 3 milioni di euro potrebbe scendere e potrà scendere a 0,82 euro cioè in linea con la depurazione degli altri depuratori del ponente. E’ chiaro che questi 3 milioni o ce li mette il Comune di Alassio o sembra che non glieli dia nessuno’. Finalmente Melgrati si rende conto – un po’ tardivamente – che l’operazione del depuratore di Alassio non reggeva e non regge e che comunque oggi non la rifarebbe. Ma Melgrati si spinge oltre ammettendo che i lavori non partono non, come dice Aicardi, per dettagli tecnici e burocratici risolvibili a breve, ma perché mancano i soldi, almeno tre milioni, che il Comune non ha e che nessuno gli da, per evitare di strangolare i cittadini di Alassio con la tariffa più cara della provincia di savona. Quindi lo stallo è di lungo periodo e il rischio di pagare dazio alla Severn Trent (quelle che Melgrati chiama le ‘pretese’) è molto alto e rischia di travolgere le finanze del Comune di Alassio, da qui la ricerca estenuata di un escamotage o per dirla con Melgrati di “una soluzione tecnico-amministrativa-contabile” che allo stato attuale non è alle viste”.

“Ecco unaltra dichiarazione di Melgrati: ‘Sarebbe intelligente da parte della Regione destinare questi fondi che erano destinati al Depuratore ingauno, se si troverà un’opportunità diversa, magari girarli sul depuratore di Alassio e portare così la tariffa a 0,82 euro che è quello che porterebbe il depuratore di Alassio ad allinearsi perfettamente’. Così si capisce meglio perchè la Giunta Vaccarezza ha lavorato per far fallire il progetto del depuratore ingauno e perchè spinge per portare tutto a Borghetto (quella che fra le righe Melgrati definisce ‘un’opportunità diversa’) così che le risorse della Regione possano essere suddivise tra Borghetto e Alassio, salvando il project di Alassio. Il problema però è che in tutta questa vicenda viene sacrificato l’obiettivo più importante: garantire la depurazione di un pezzo importante della nostra provincia. Per fortuna l’intervento chiarificatore della Regione mette fine alle fantasie della giunta Vaccarezza e riporta al centro l’unica possibile azione: ripartire dal depuratore di Villanova”.

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