Cronaca

Gino Messina: un “buco” di 20 minuti che potrebbe avvalorare la tesi della difesa

gino messina alassio

Savona. Un’ora di incidente probatorio, nel corso del quale Gino Messina e la sua accusatrice si sono rivisti per la prima volta dopo più di un mese dai “fatti”. Un’ora per ricostruire cosa accadde il primo settembre scorso in quel garage alassino di via Piani Romani, dove la 28enne russa racconta di essere stata violentata dal pr originario di Borghetto Santo Spirito.

Oggi è stata ascoltata solo la giovane che ha ricostruito quella nottata conclusasi con il presunto stupro. La 28enne è stata interrogata sia dal pm sia dall’avvocato dell’imputato, Franco Vazio, che ha insistito in particolar modo su alcune telefonate e alcuni orari relativi allo svolgimento dei fatti che sarebbero poco chiari. Quello che emerge è infatti un “buco” di 20 minuti che riguarda il periodo di tempo immediatamente successivo alla presunta violenza carnale.

La ragazza, infatti, racconta di essere fuggita subito dopo il rapporto sessuale, di aver scavalcato il cancello e di aver incontrato praticamente subito un passante che, alle 6:09, ha chiamato il 112. I tabulati telefonici, però, rivelerebbero alcune altre chiamate, tra le 5,40 e le 5,56 del mattino (di cui una al fidanzato ed un’altra ad un’amica) che, presumibilmente, la 28enne avrebbe effettuato subito dopo il fatto, quando ancora si trovava all’interno del garage e, dunque, di fronte al suo presunto aguzzino. “Se davvero la giovane era spaventata – si chiede la difesa – perchè è rimasta con Messina ancora 20 minuti come se nulla fosse accaduto?”. Messina avrebbe raccontato al suo legale che la giovane, subito dopo il rapporto, si sarebbe mostrata pentita e che sarebbe stato lui stesso a spingerla a telefonare al suo fidanzato. Poi, la reazione violenta della giovane, che ha graffiato il volto del pr.

“Giudico positivamente lo svolgersi dell’incidente probatorio – dice l’avvocato Franco Vazio -. La ricostruzione che emerge di quella notte è sempre più vicina a quella fornita fin da subito dal mio assistito. Vi sono discordanze sui tempi cui la deposizione di oggi non ha dato risposte: penso che proprio da queste discrepanze si ricostruisca la verità di Gino Messina. Si tratta di spazi e tempi che fanno pensare ad un rapporto consenziente e al fatto che lei non avesse affatto paura di lui, dal momento che si è trattenuta insieme a Messina anche dopo il rapporto sessuale. Inoltre, le varie testimonianze parlano di una conoscenza, anche abbastanza profonda, fra i due. A questo punto chiederemo presto un incontro col pm e presenteremo un’istanza di scarcerazione. Intanto, il gip Donatella Aschero ha accolto la nostra richiesta affinchè Messina possa lavorare tramite cellulare e mail da casa”.

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