Savona. Sette coltellate, due delle quali mortali, una alla gola e l’altra alla schiena. E poi un’agonia durata una decina di minuti. E’ questo il quadro, terribile, che fotografa la sequenza del delitto di Kamila Lysadroska uccisa dall’ex convivente, Nicolò Walter Vivado, per motivi di gelosia.
I primi risultati dell’autopsia svolta sul corpo della 31enne polacca “parlano” di un estremo tentativo di difesa da parte della donna. Autopsia che si è svolta ieri all’obitorio del cimitero di Zinola, eseguita dal consulente del pubblico ministero, il perito Maria Lucrezia Mazzarella (medicina legale Asl3) alla presenza del perito di parte civile, Francesco Ventura, nominato dall’ex convivente della donna e padre dei due bimbi di Kamila, Roberto Pallotta.
Secondo quanto ricostruito, quando la donna è stata uccisa si trovava in bagno: indossava una maglietta e gli slip. Vicino al cadavere è stato trovato anche un cellulare, mentre un altro telefonino sarebbe stato trovato dalla polizia sul comodino della camera da letto. E’ probabile che al momento dell’aggressione Lysadorska stesse telefonando. L’anatomopatologo effettuerà ora anche una serie di esami tossicologici per capire se e quanto la donna avesse bevuto e sono stati prelevati alcuni campioni di tessuto per successivi accertamenti.