Economia

Tirreno Power, i sindacati: “Progetto che tutela ambiente e lavoro: per noi è sì”

Vado Ligure. Anche i rappresentanti dei sindacati nazionali, dopo l’incontro di questa mattina con l’azienda, “strizzano l’occhio” al progetto di ampliamento della Tirreno Power.

“La nostra è una voce inedita rispetto al territorio e alle posizioni degli amministratori – dice Claudio De Giorgi dell’Uilcem nazionale -. Noi riteniamo che un investimento simile, in un momento di crisi come quello attuale, sia un’occasione ghiotta. Personalmente, sono un grande esperto di centrali e ho avuto modo di confrontarmi sul territorio nazionale con altre realtà dove producono e stanno facendo studi di fattibilità con analoghi investimenti. Non ho trovato nessun parere contrario di altri Comuni quando sul piatto si mette la tutela dell’ambiente e poi si mettono anche gli investimenti e l’occupazione. Io credo che abbattere le polveri del 3% e abbattere gli ossidi di azoto rispetto agli attuali del 7%, oltre agli gli ossidi di zolfo non è cosa da poco. L’Italia in questo momento è piena di contraddizioni perché si grida al lavoro e allo sviluppo e poi si attua la politica del ‘no’. In questo mondo siamo tutti ambientalisti a partire da me, ma credo che serva che lo sviluppo energetico in questo caso faccia il suo corso. In Europa si produce una gran massa di energia elettrica, in particolare oltre Alpi, con un costo inferiore del 37%. In Italia la produciamo con dei costi superiori del 40%”.

“Cerchiamo di tenere in proposito una posizione di buon senso – aggiunge Giacomo Berni segretario nazionale della Filcem-Cgil -. Siamo di fronte ad un impianto in parte ristrutturato in parte vecchio, che l’azienda si propone di ristrutturare fissandosi due obiettivi importanti: quello di aumentare la produzione di energia elettrica che serve a tutto al Paese (noi siamo i più grandi importatori di energia d’Europa) e dall’altro di diversificare le fonti di combustibile riducendo complessivamente l’impatto ambientale e le emissioni”.

“L’Italia è passata da essere un paese sbilanciato sul petrolio ad uno sbilanciato sul gas – dice ancora Berni -. Se vogliamo avere garanzie sull’approvigionamento energetico abbiamo bisogno di diversificare e di farlo riducendo i costi. L’ultima cosa importante, perché il progetto noi lo valutiamo nell’insieme, è che l’azienda dice che è pronta ad investire 200 milioni di euro sulle fonti rinnovabili qui in Liguria. Sarebbe il più grande investimento sulle fonti rinnovabili che oggi vediamo nei programmi delle aziende del settore elettrico. E’ un’occasione da cogliere, non possiamo sempre dire che le rinnovabili andrebbero sfruttate di più e poi se c’è un progetto che concretamente vuole investire in questo senso farlo morire. Noi non siamo favorevoli ad investimenti contro il territorio, chiediamo che la Regione con la Provincia di Savona e con i comuni interessati si sieda con l’azienda intorno ad un tavolo e dica quali sono le esigenze del territorio in termini ambientali e in termini di sviluppo sostenibile e chieda a Tirreno Power di rispondere con atti concreti. Noi all’azienda abbiamo già chiesto di trovare un’intesa col territorio”.

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