Cronaca

Tentato suicidio nel carcere di Savona: è il 101esimo in Liguria

carcere

Liguria. “Ieri, pochi minuti prima di mezzogiorno, un detenuto marocchino di 24 anni ha tentato di suicidarsi nella sua cella del carcere di Savona. Il giovane, però, è stato tratto in salvo dalla polizia penitenziaria prima che i devastanti effetti dell’impiccagione producessero l’irreversibile esito di morte. Un’ora prima, sempre nel carcere di Savona, nell’infermeria tre detenuti extracomunitari erano venuti alle mani azzufandosi tra loro. In Liguria dall’inizio del 2010 sono 101 i tentativi di suicidio sventati dalla polizia penitenziaria che di contro registra, in quella regione, 26 agenti feriti per atti violenti subiti da parte di detenuti”: è il terribile “bollettino di guerra” – quella che ogni giorno si combatte nelle priogioni italiane – reso noto dal Segretario generale della Uil Pa Penitenziari.

“E’ evidente che, nelle attuali condizioni, la sola attività possibile per la polizia penitenziaria è impedire le fughe. Non dalle carceri ma dalla vita. Purtroppo il sovrappopolamento e la grave deficienza degli organici non lasciano alternative. Di certo impressiona l’escalation degli atti autosoppressivi. Cinque nei soli ultimi tre giorni e occorre riflettere anche sulla giovane età dei detenuti che scelgono la strada dell’’evasione finale'”. Se assommiamo i 101 suicidi sventati ai 45 suicidi, purtroppo, portati a compimento, non possiamo non parlare di una vera e propria strage che si compie all’interno dei confini penitenziari. Purtroppo nemmeno questa sconvolgente realtà serve a smuovere il necessario impegno politico volto alla ricerca delle necessarie soluzioni . Di contro la società, ma la stessa stampa, appaiono indifferenti alla tragedia penitenziaria”.

Anche ieri il Segretario generale della Uil Pa Penitenziari ha duramente polemizzato con l’Amministrazione Penitenziaria ed oggi ricorda i mancati impegni del Ministro Alfano. “E’ desolante e deprimente dover prendere atto che all’eroico impegno degli uomini e delle donne della polizia penitenziaria si contrappone un’amministrazione statica, incapace ed autoreferenziale. La disarticolata gestione del personale, l’illogica assegnazione dei mezzi, l’inerzia amministrativa, l’incapacità di definire una linea gestionale aggravano, per quanto possibile, l’irreversibile crisi del sistema penitenziario il cui encefalogramma è spietatamente piatto. In questo desolante quadro emergono con nettezza anche le responsabilità del Ministro Alfano. Mentre il Guardasigilli continua nella narrazione delle 2000 unità da assumere, chissà quando, il suo collega titolare del Viminale (evidentemente più aduso ai fatti che alle parole) porta a casa 1600 assunzioni in Polizia di Stato. Segno evidente – chiosa polemicamente il Segretario della UIL Penitenziari – che la differenza tra la Giustizia e l’Interno è segnata dalle capacità , dalla volontà, dall’impegno e dalle competenze delle rispettive amministrazioni”.

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