Sport

Europeo di pallanuoto, l’Italia non finisce di stupire: è in finale

20100220rarivsroma-66

Savona. La storia si ripete nove anni dopo, con lo stesso direttore d’orchestra, interpreti giovani e talentuosi. L’Italia è in finale ai campionati europei di Zagabria, come a Budapest 2001. Battuti i tre volte campioni olimpici dell’Ungheria 10 – 8, senza mai stare sotto nel punteggio. A referto, nella giornata di questa grande impresa, ci sono tre tesserati Rari Nantes Savona su dodici giocatori effettivi. Una buona fetta della finale è biancorossa.

Sabato, alle 21, affronterà la Croazia, che nella prima semifinale ha sconfitto la Serbia campione del mondo, argento europeo e bronzo olimpico 10 – 9. Ma se il successo della squadra di Ratko Rudic è stato determinato dal rigore conquistato da uno straordinario dribbling di Buric ai due metri e trasformato da Boskovic a 5″ dalla sirena, il successo degli azzurri è stato netto, nonostante l’assenza di Felugo, che ha riportato la frattura del quarto metacarpo della mano destra in uno scontro con Schlotterbeck nei quarti di finale.

L’Italia, che nel cammino continentale ha battuto anche i campioni europei del Montenegro e i vice campioni mondiali della Spagna, è stata straordinaria con tutti i suoi interpreti. Da capitan Tempesti, che ha parato due rigori (a 4’23” del primo tempo a Biros sull’1 – 0 e a 7’53” del terzo tempo a Denes Varga sull’8 – 6), ai marcatori che si sono alternati al centro Bertoli, Fiorentini, Giacoppo e Gitto, questi ultimi due peraltro autori di tre reti. Dagli attaccanti Luongo, Figlioli, Gallo e Presciutti, tutti a segno, ai centroboa Deserti e Aicardi, abilissimi a creare spazi e gestire la posizione, fino a Pastorino e Felugo, in panchina ad incoraggiare i compagni. Ed è proprio la squadra che ha vinto, che ha respinto le velleità, probabilmente supponenti, dell’Ungheria (12 titoli continentali, nove olimpici, due mondiali), che annovera tra le propria fila fenomeni come gli olimpionici Zoltan Szecsi e Peter Biros, già in vasca a Sydney 2000, Norbert Madaras (da Atene 2004), Norbert Hosnyanszky, Gabor Kis e i fratelli Varga (Pechino 2008) e Marton Szivos.

Per l’Italia, che non batteva l’Ungheria in una manifestazione di prestigio dal 2001 (semifinali europee a Budapest 8 – 7, poi sconfitta in finale con la Jugoslavia 8 – 5; quarti di finale ai Mondiali di Fukuoka 3 – 2, poi quarti), si tratta di una conferma importante, che indica quanto sia cresciuta la squadra sotto il profilo tattico, tecnico, fisico e mentale e come ora sia la continuità di rendimento, soprattutto attraverso l’esperienza, il prossimo obiettivo da raggiungere. A cominciare da sabato.

Gli azzurri giocheranno la finale alle 21, davanti agli stessi 5000 spettatori che hanno sospinto la Croazia al successo nel girone (8 – 5) e stasera contro la Serbia. Nessuna illusione, ma tanta voglia di giocarsela alla pari. La finale per il bronzo, tra Ungheria e Serbia, inizierà alle 17,45. Alla vigilia del torneo gli scettici lo consideravano già un obiettivo proibitivo, ma l’Italia è ancora più su.

La partita. Una combinazione Gallo – Figlioli porta l’Italia sull’1 – 0 a 3’52” e accende il match. Sull’azione successiva l’Ungheria conquista la prima superiorità numerica e sugli sviluppi rigore, ma Tempesti para il tiro di Biros a 4’23” e, a 5’27”, Presciutti trasforma il primo uomo in più: 2 – 0. Poi è la traversa a spegnere la seconda superiorità numerica magiara. Parziale perfetto. Difesa ordinata e reattiva, che concede conclusioni dalla distanza e commette fallo quando necessario, attacco cinico.

Tra 1’19” e 1’59” del secondo parziale, in superiorità numerica, Daniel Varga accorcia e Gallo risponde. Tempesti è ancora grande su Madaras, che però lo supera nelle due occasioni seguenti: in superiorità numerica a 4’57” e dal perimetro a 7’05” per il 3 – 3. L’Italia non accusa l’aggancio e continua a giocare con determinazione. Gallo trasforma la terza superiorità numerica su quattro e segna il 4 – 3 di metà partita.

Italia avanti di uno, però piovono troppe espulsioni contro gli azzurri, ben sette contro quattro. A inizio terzo tempo gli italiani lasciano mezzo metro a Kis che in beduina firma il 4 – 4. Si ricomincia. Con attenzione e aggressività. Figlioli segna di potenza dal perimetro a 1’14” e Gitto in superiorità numerica due volte per il 6 – 4 e 7 – 5 che risponde al terzo goal di Madaras. A metà tempo l’Italia fallisce due controfughe solitarie con Fiorentini, che si divora il + 3, e Giacoppo, che non replica al 7 – 6 di Hosnyanszky in superiorità numerica . L’Ungheria però non ne approfitta, fallisce due volte l’uomo in più e subisce l’8 – 6 di Luongo che trasforma la sesta superiorità numerica su sette. A 7″ dalla sirena i magiari hanno un’altra grande opportunità per tornare in scia. Rigore. Ci prova Denes Varga ma Tempesti è insuperabile, come in apertura di quarto tempo quando respinge la deviazione ravvicinata di Daniel Varga.

Mancano sei minuti. Italia avanti di due, poi vola sul + 3 con Giacoppo per il 7/8 in superiorità numerica a 3’03”. L’Ungheria ci prova ancora: Szivos chiude un bel fraseggio per il 9 – 7 a 5’09”, ma Figlioli scrive la parola fine con una palombella folle da sei metri per il 10 – 7 a 5’33”. E’ finale, nonostante l’ultimo gol di Szivos.

Il tabellino:
Italia – Ungheria 10 – 8
(Parziali: 2 – 0, 2 – 3, 4 – 3, 2 – 2)
Italia: Tempesti, Luongo 1, Gitto 2, Figlioli 3, Bertoli, Giacoppo 1, Gallo 2, Presciutti 1, Fiorentini, Aicardi, Deserti, Pastorino. All. Campagna.
Ungheria: Szecsi, Torok, Madaras 3, Denes Varga, Bundschuh, Hosnyanszky 1, Vamos, Szivos 2, Daniel Varga 1, Biros, Kis 1, Harai, Nagy. All. Kemeny.
Arbitri: Margeta (Slo) e Buch (Spa).
Uscito per limite di falli Denes Varga (U) a 2’45” del quarto tempo. Superiorità numeriche: Italia 7/9, Ungheria 4/11. Ammonito Campagna (all. Italia) nel quarto tempo.

Vuoi leggere IVG.it senza pubblicità?
Diventa un nostro sostenitore!



Sostienici!


Oppure disabilita l'Adblock per continuare a leggere le nostre notizie.