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Carceri, allarme della Uil Pa: situazione critica e Savona è tra i peggiori

Carcere di Savona

Liguria. “Vista la perdurante disattenzione della politica e dei politici verso una delle più gravi emergenze nazionali vogliamo, per l’ennesima volta, rendere di pubblico dominio i numeri che certificano lo stato comatoso in cui versano gli istituti penitenziari”. E’ questo l’ennesimo allarme lanciato da Eugenio Sarno, segretario Generale della Uil Pa Penitenziari che spiega: “Ancora una volta lanciamo un disperato grido di aiuto e un sentito appello perché la società e la stampa prendano coscienza del dramma penitenziario. Le incivili, disumane e degradate condizioni di detenzione cui si coniugano penalizzanti ed infamanti condizioni di lavoro fanno della questione penitenziaria una vera emergenza sanitaria, umanitaria, sociale e di ordine pubblico”.

Dopo aver diffuso, ieri, le cifre complessive del panorama penitenziario, oggi la Uil Pa Penitenziari illustra alcuni dettagli su base regionale. In Liguria, come già noto, la situazione appare piuttosto critica ed è proprio il carcere di Savona uno di quelli che fa segnare un tasso di sovraffollamento tra i più alti d’Italia : “Dalla rilevazione effettuata alle ore 17 del 20 settembre scorso negli istituti penitenziari regionali si trovavano ristretti 1774 detenuti a fronte di una capacità ricettiva pari a 1139, per un indice di sovraffollamento del 55,8 %, che attesta la Liguria all’ottavo posto della graduatoria nazionale delle regioni maggiormente sovraffollate, mentre dalla graduatoria nazionale in ordine di sovraffollamento per istituto (pubblicata sul sito www.polpenuil.it ), Savona occupa l’ottava posizione, Genova Pontedecimo la 40°. Solo al 103° posto Marassi”.

La UIL PA Penitenziari analizza anche nel dettaglio i numeri degli episodi di “violenza” nelle carceri liguri: “In Liguria dal 1 gennaio ad oggi si sono verificati un suicidio e 10 tentati suicidi, sventati dal personale di polizia penitenziaria. Tali eventi coniugati ai 173 atti di autolesionismo (84 solo a Marassi) e alle 18 aggressioni perpetrate in danno di poliziotti penitenziari definiscono un quadro reale e fedele delle difficoltà in cui è costretto ad operare il personale, aggravate dalla ben nota carenza di personale. A tal proposito il silenzio del Guardasigilli disorienta e sconcerta”.

“Nella situazione di sfascio ed inefficienza che caratterizza l’Amministrazione Penitenziaria è necessario un suo intervento, sempreché – conclude ironicamente Sarno – ritenga che il dramma penitenziario rientri nelle sue competenze. Forse convocare un tavolo con le rappresentanze sindacali potrebbe aiutarlo a definire il quadro reale della situazione e portarlo a ritrovare il bandolo della matassa. Potrebbe essere un ultimo, disperato, tentativo di riprendere il controllo di una situazione che gli è sfuggita di mano anche perché è gestita, malissimo, da persone che al DAP hanno certificato la propria inettitudine ed incompetenza”.

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