Savona. C’è anche un po’ di biancorosso nell’azzurro che brilla all’esordio dei campionati Europei, scattati ieri a Zagabria, in Croazia. L’Italia ha prevalso per 7 – 6 sui vice campioni del mondo della Spagna. In acqua c’erano tre atleti della Rari Nantes Savona: Massimo Giacoppo, Deni Fiorentini e Matteo Aicardi. Quest’ultimo ha realizzato una doppietta.
Battere i vice campioni del mondo della Spagna è più di un esame superato: è la consapevolezza di una giovane e determinata nazionale che risponde all’attesa divisa tra fiducia e scetticismo, la volontà di recuperare il gap che la separa dalle potenze d’Europa che si materializza, l’auspicio di giocare alla pari con tutti che si realizza.
L’Italia del primo tempo è spumeggiante: piazza un fulminante break di 2 – 0 grazie ad Aicardi (36″), che sfrutta un controfallo spagnolo in attacco, e a Felugo, che raddoppia dal perimetro (1’15”); tiene in difesa (1/4 con l’uomo in meno) e risponde con Presciutti (4’17”) al 2 – 1 di Minguell, trasformando l’unica superiorità numerica ricevuta.
Funziona tutto: la sincronia dei movimenti difensivi, la copertura ai due metri, il lavoro dei centroboa, gli inserimenti degli esterni a creare spazi. Nel secondo parziale la Spagna, fino a quel momento sorpresa dai movimenti degli italiani, copre con maggiore ordine ed accorcia il passivo con Xavier Garcia: 3 – 2 a 3’08”. Ma è l’Italia che potrebbe arrivare a metà partita sul + 2: prima Fiorentini, servito in solitudine ai due metri, spara su Aguilar; poi fallisce la seconda superiorità numerica a disposizione a dieci secondi dalla sirena per un fraseggio troppo precipitoso.
Restano comunque le buone sensazioni trasmesse dal precedente parziale e l’avarizia degli arbitri a concedere superiorità numeriche agli azzurri (due contro le cinque avversarie). Il terzo tempo si apre con il 4 – 2 di Aicardi: un’azione tutta forza e opportunismo finalizzata con un diagonale dai 5 metri. Gli azzurri potrebbero anche allungare ulteriormente, ma gli arbitri, soprattutto l’ungherese Juhasz, continuano a concedere superiorità numeriche agli iberici che raggiungono il 4 – 3 con Espanol a 3’52”. Dai e dai, è normale che arrivi il goal. Così come una sorta di mini comparazione, sfruttata da Luongo con un’improvvisa conclusione sull’angolo corto per il 5 – 3 e 2/5 (contro nove) in superiorità numerica a 7’03”. A – 8 minuti l’Italia è sul + 2. C’è da soffrire, controllare e provare a chiudere il match.
E gli azzurri dimostrano di avere imparato a farlo. Subiscono la beduina di Valles per il 5 – 4 a 1’21” (primo goal preso a uomini pari), ma rispondono immediatamente con Presciutti, che ribadisce in rete con un perfetto diagonale un palo colpito da Gallo in superiorità numerica. La Spagna non demorde. Mallarach riporta ancora sotto i suoi (4/11) a 3’40”. Poi è la traversa a fermare un gioco di prestigio di Molina. E’ il momento più difficile. Il frangente da superare con personalità: Deserti guadagna l’ottava superiorità numerica, Campagna chiama time-out e Felugo realizza il 7-5 a -2′. Ora bisogna solo contenere. Espanol, ancora con l’uomo in più, segna il 7 – 6 a -45″, ma l’ultimo assalto si ferma nei pressi dell’autorevole Tempesti. L’Italia batte la Spagna e torna a pensare “da grande”.
Il tabellino:
Italia – Spagna 7 – 6
(Parziali: 3 – 1, 0 – 1, 2 – 1, 2 – 3)
Italia: Tempesti, Luongo 1, Gitto, Bertoli, Felugo 2, Giacoppo, Gallo, Presciutti 2, Fiorentini, Aicardi 2, Deserti, Pastorino. All. Campagna.
Spagna: Inaki Aguilar, Mario Garcia, Martin, Sziranyi, Molina, Miguell 1, Gallego, Espanol 2, Valles 1, Perrone, Mallarach 1, Xavier Garcia 1, Lopez. All. Rafael Aguilar.
Arbitri: Margeta (Slo) e Juhasz (Ung).
Nessuno uscito per limite di falli. Superiorità numeriche: Italia 3/8, Spagna 5/12.