Cronaca

Savona, il Comune “studia” il piano salute: nuovo ospedale e più assistenza socio-sanitaria

Berruti - Sorgini

Savona. E’ stata una riunione di giunta incentrata sul tema sanità e sul piano pluriennale presentato nei giorni scorsi dal direttore Asl 2, Flavio Neirotti, quella in discussione oggi a Savona.

Un’assemblea nel corso della quale il sindaco, Federico Berruti, ha rilanciato l’idea di un nuovo ospedale a Savona. “Un’idea da ‘pensare’ ora, in concomitanza con i progetti relativi al nuovo monoblocco del Santa Corona, che non sono messi in discussione dato che si tratta di una struttura comunque vecchia – dice il primo cittadino savonese -. Progettare un nuovo nosocomio a Savona, però, richiede tempo, per cui è meglio pensare subito a come e dove farlo”.

Il sindaco pare avere le idee chiare: “La sede più opportuna sarebbe vicino all’autostrada e alle vie di comunicazione – dice -. Quello che ho in mente è un ospedale capace di essere un punto di riferimento anche per la Valbormida e per il Levante savonese. Ma dobbiamo sbrigarci, perchè si tratta di un piano difficile e che richiede tempo. Ovviamente quest’idea non mette in alcun modo in dubbio la necessità di investire sul San Paolo. Qui, gli investimenti andranno avanti come da programma, dato che, se mai arriverà, il nuovo nosocomio savonese sarà realtà tra molti anni”.

A prendere la parola è stato anche l’assessore ai Servizi sociali, Isabella Sorgini, che ha messo l’accento su alcune piccole “carenze” del piano-Neirotti: “Bisognerebbe concentrarsi non solo sull’assistenza ospedaliera – commenta Sorgini – ma anche su ciò che accade al paziente che necessita di cure una volta lasciato l’ospedale. Pensiamo al vecchino che si rompe una gamba e che non potrà badare a se stesso una volta dimesso, o alla coppia che partorisce un bimbo con disabilità e che non sa a che strutture rivolgersi, o perchè non ce ne sono o perchè le liste d’attesa sono chilometriche. E’ su questo punto che dovremmo dare una risposta ai savonesi”.

“C’è bisogno di fare sistema e di prendersi cura del paziente in maniera integrata. Questo si può fare attraverso la residenzialità e la domiciliarità. Le persone che hanno bisogno di questi servizi sono migliaia e non devono essere messe in discussione. Dobbiamo dare delle risposte ai cittadini e per farlo dobbiamo sederci ad un tavolo e pensare insieme a come rispondere alle esigenze della gente” aggiunge la Sorgini.

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