Bergeggi ricorda l’affondamento del transatlantico Transylvania

Bergeggi. Il 4 maggio 1917, il transatlantico Transylvania termina il suo viaggio davanti alle coste di Bergeggi. Un fatto tragico, come tanti accaduti durante la Prima Guerra Mondiale. Nonostante questo, la nave e le migliaia di storie che l’hanno da sempre accompagnata,  ha proseguito il suo viaggio nella nostra memoria, lasciando una  scia che con un po’ di attenzione è possibile seguire. Gli indizi sono sparsi in tutto il mondo, nascosti magari in piccoli frammenti che via via riemergono o scompaiono. Nei cassetti dei ricordi di chi sopravvisse e tornò in Inghilterra,  in alcune foto sbiadite che ormai perdono significato se non si è più in grado di collegarle con i fatti per cui venne scattata.

Lunedì 19 luglio, alle ore 21,30 nei locali della Scuola Primaria di Bergeggi, nell’ambito della mostra “Tesori…in fondo al mare” si parlerà proprio di quel fatto con “L’affondamento del Transylvania, 4 maggio 1917”. Parteciperà il biologo Sinome Bava e Alessandro Chiabra in qualità di storico ed esperto conoscitore del territorio bergeggino.

Ecco cosa accadde: durante la prima guerra mondiale, l’esercito britannico utilizzò buona parte della flotta civile a scopi bellici. In particolare, navi passeggeri e transatlantici famosi, vennero utilizzati per i trasporto delle truppe verso i vari fronti. Il Transylvania, una delle punte di diamante della compagnia Cunard, venne impiegata con una certa regolarità sulla tratta dalla Gran Bretagna fino ad Alessandria D’Egitto, per far confluire truppe e rifornimenti sul fronte coloniale. Per diversi anni completò con successo questa tratta, facendo spesso scalo a Marsiglia e altri porti intermedi, ma il 4 maggio 1917, mentre si trovava davanti alle coste liguri fra Spotorno e Bergeggi, la nave venne attaccata a affondata da un U-boote, un sommergibile tedesco che da tempo incrociava nei paraggi. La nave, scortata da due cacciatorpedinieri giapponesi che cercarono invano di intercettare il sommergibile, affondò, provocando la morte di circa 400 persone. I superstiti vennero soccorsi e accolti in gran parte dalla popolazione della costa, che cercò di accorrere con ogni mezzo sul luogo dell’affondamento, nonostante il mare grosso e la distanza da terra. Molti superstiti vennero ricoverati nelle case di chi li aveva soccorsi. Per questa ragione, il governo inglese diede numerose onorificenze a persone e Comuni della costa. Questo rimane ancora oggi l’affondamento più tragico mai avvenuto nel Mar Mediterraneo.

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