Savona. Una relazione impietosa sulle condizioni “disatrate, indecenti e invivibili” del carcere savonese. A descriverla, senza mezzi termini, è Fabio Pagani, coordinatore regionale Uil Pa Penitenziari, che, il 10 giugno scorso, si è recato in visita alla casa circondariale.
“Si tratta di una situazione scandalosa – dice Pagani -. Innanzitutto sottolineo che, al momento, la struttura è priva di Direttore titolare ed è retta, a scavalco, dal Direttore di Imperia e che il Comandante di Reparto è assente per missione da circa anno. A reggere il comando di Reparto è il Comandante della Scuola di Formazione e aggiornamento di Cairo Montenotte, che mi ha accompagnato nel corso della visita”.
“L’ingresso avviene attraverso un cancello automatizzato e comandato dalla portineria – racconta Pagani -. Ingresso comune al personale, detenuti,fornitori e visitatori. Nell’androne (piazzale), insistono l’Ufficio NTP e un ridotto parcheggio riservato ai mezzi dell’amministrazione. Arrivati alla portineria si constata come l’addetto sia oberato da molteplici compiti: comandare a distanza il cancello d’ingresso per gli accessi pedonali, gestire e registrare manualmente gli ingressi in istituto, controllare il deposito delle armi individuali nel locale a ciò destinato e situato nella portineria, controllare il materiale in entrata e in uscita, gestire le telefonate per i detenuti. Non solo. Da circa 2 anni in portineria è stata istituita una sorta di Sala Regia, con un grosso monitor che controlla l’esterno della struttura, i passeggi detenuti, l’intercinta, i colloqui e il primo corridoio”.
E ancora: “L’ingresso alla zona uffici e reparti detentivi avviene attraverso il corridoio, unico filtro dell’istituto. Lì è ubicato l’ufficio riservato alla Sorveglianza e nel contempo funge anche da stanza per l’addetto/a al corridoio. Vi sono allocati quattro monitor (in bianco e nero), di cui soltanto due funzionanti che inquadrano gli ambienti della prima e seconda sezione. Sempre in tale corridoio è ubicata la lavanderia. Non solo la posizione individuata ingenera forti dubbi sulla sicurezza , quant’anche suscitano motivo di appunto critico le condizioni in cui versa. Non si può
certo parlare di ambiente salubre, vista l’umidità che la permea. Analogamente la presenza di macchinari dismessi e non funzionanti occupa spazi vitali . A nostro avviso sarebbe opportuno spostare la lavanderia al piano inferiore. La caserma agenti non presenta nessuna delle caratteristiche richiamate dall’Accordo Nazionale Quadro. Gli arredi risalgono al periodo post-bellico e non sono fornite degli elettrodomestici previsti. Le finestre hanno le grate come le stanze riservate ai detenuti”.
Ma il peggio arriva con i reparti detentivi: “Questi – denuncia Pagani – sono quanto di peggio si possa immaginare. Forse i più disastrati in Regione. Sono attive due sezioni : 1^ e 2^ Sezione. Una destinata esclusivamente alla detenzione ordinaria, l’altra alla detenzione e alla semilibertà. Nella seconda sezione, in cui si accede dal cancello ingresso, nelle sei celle erano presenti 50 detenuti e vi era preposta una sola unità di servizio. Unità che deve provvedere alla sorveglianza dei detenuti e nel contempo disciplinare il flusso degli stessi al cortile passeggio, ai vari uffici, alla sala colloqui, alle docce. Nel corridoio di tale sezione è presente una cella destinata all’isolamento per motivi sanitari, di incolumità e disciplinari. Un posto di servizio cui generalmente è comandata una unità di Polizia Penitenziaria di sesso femminile. Sebbene lo spazio delle celle più grandi sarebbe appena sufficiente ad ospitare al massimo quattro/cinque persone si è potuto accertare come, invece, vi fossero allocati nove detenuti, con brande a castello a tre piani”.
“La prima sezione si trova sottoposta la livello stradale. Nell’addentrarvisi si ha la sensazione di accedere a un girone dantesco, un vero e proprio inferno-tugurio. Le condizioni generali della sezione sono di degrado assoluto. Muffe, umidità, incrostazioni, scarsa illuminazione. Ogni tentativo di rappresentare figurativamente tali ambienti potrebbe essere non idoneo. In sintesi la definizione più prossima alla realtà è ‘caverna’. In tale sezione risultavano ristretti 38 detenuti. Le docce (che si trovano in 1^ Sezione e sono destinate all’intera popolazione detenuta) sono
insufficienti a soddisfare i reali bisogni e si presentano inadeguate e sudice , giusto per ricorrere ad eufemismi. Al momento della visita i detenuti assommavano ad 89, rispetto ad una capienza regolamentare che fissa il massimo di presenza in 36. La Casa Circondariale Savona è il secondo istituto della Liguria per numero di ingressi (circa 500 nel 2009), seconda solo alla C.C. di Marassi”.
“In queste indegne, incivili ed insostenibili condizioni lavora il personale di polizia penitenziaria ed il personale amministrativo – conclude Pagani – che, evidentemente, non possono non risentire del contatto quotidiano con il degrado e la disumanità degli ambienti. I colloqui con i familiari vengono effettuati in una sala che si può senz’altro definire alla stregua di una ‘gabbia da circo’. Piccolissima . L’agente preposto alla sorveglianza presta servizio, inopinatamente, all’interno della sala stessa dietro un vetro trasparente. I familiari che accedono alla sala colloqui portano gli effetti personali destinati ai congiunti sino all’interno dell’istituto, con grave vulnus per la sicurezza. Gli stessi sono perquisiti manualmente, in una sala inadeguata, che lede la dignità umana. Nel corso della visita si è potuto anche appurare come non esistano box office destinati agli agenti. Analogamente , soprattutto in prima sezione, risulterebbe utile e indispensabile l’installazione di un climatizzatore considerate le insopportabili temperature che si affermano in tali ambienti . Tutti gli uffici in cui presta servizio il personale (di polizia penitenziaria e amministrativo) si
connotano per l’esiguità degli spazi. In molti casi anche per essere disadorni e privi di strumentazione idonea. Il contingente di Polizia Penitenziaria, è determinato in 59 unità. Risultano amministrate, invece, 50 unità, cui occorre sottrarre 5 unità distaccate altrove. Quindi 45 unità disponibili a fronte delle 59 previste. Ovvero una scopertura pari a circa il 24% dell’organico previsto. Tale situazione , con l’accertata e grave deficienza organica, pone serie incognite sull’effettiva possibilità che tale personale riesca a fruire delle ferie estive. Da sottolineare , inoltre, come la Direzione della C.C. di Savona sia l’unica Direzione della Liguria a non aver convocato le OO.SS. per la redazione del piano ferie. Sul punto si sollecita il Provveditore Regionale ad esercitare le proprie prerogative di controllo al fine di ristabilire corrette relazioni sindacali, parimenti si sollecitano i vari livelli dell’Amministrazione a voler assegnare , in tempi brevi, Dirigente- Direttore titolare alla C.C. di Savona”.
La relazione di Pagani è stata inviata anche al sindaco di Savona, al Prefetto, al Dirigente dell’Asl e al Procuratore della Repubblica di Savona.