Cronaca

Omicidio di Apricale: si “studiano” i tabulati telefonici della vittima

Vincenzo Campana

Apricale. Un regolamento di conti all’interno degli ambienti della “mala”: al momento è questa l’ipotesi più accreditata dagli investigatori per dare un movente all’omicidio di Vincenzo Campana, 58 anni, residente a Loano (dove era titolare di un sexy shop) e ritrovato cadavere vicino ad Apricale.

L’omicidio sarebbe avvenuto, stando all’autopsia, almeno cinque giorni prima del rinvenimento del cadavere carbonizzato, quindi tra il 17 e 18 aprile. La “firma” della mala starebbe nella modalità dell’esecuzione: sfigurare la vittima ma rendere comunque il suo corpo “recuperabile” (Campana sarebbe stato strangolato o accoltellato prima che il suo corpo venisse dato alle fiamme) costituirebbe una sorta di “avvertimento”; poi, il luogo in cui sono stati ritrovati i resti dell’uomo, in quello che negli Anni Novanta era stato definito dai collaboratori di giustizia il “cimitero della mala”.
Secondo gli inquirenti che stanno analizzando i tabulati del cellulare di Campana, gli assassini sarebbero almeno due. La vittima aveva vari precedenti: dall’estorsione al sequestro di persona, incendio doloso.

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