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Cosseria, cucciolo di capriolo soccorso da un’automobilista

cucciolo capriolo

Cosseria. Un cucciolo di capriolo che scorrazzava terrorizzato lungo la strada a Cosseria è stato soccorso da un’automobilista e consegnato alle cura della Protezione Animali di Savona, dove è stato calmato e rifocillato. “Purtroppo il piccolo sarà condannato ad una vita, forse breve e di prigionia perché, senza l’insegnamento
materno, non è più in grado di essere autosufficiente” spiegano dall’Enpa.

“A parte questo caso (quasi sicuramente madre e piccolo erano stati disturbati da cani da caccia o bracconieri), Protezione Animali, Provincia ed Ambiti di caccia rinnovano l’appello a non toccare e soccorrere cuccioli di capriolo e daino trovati nei boschi e nelle campagne; anche se sembrano soli, non sono stati affatto abbandonati e non bisogna assolutamente toccarli e nemmeno avvicinarli se per caso se ne incontrano nei prati, perché la presenza dell’uomo rischia seriamente di compromettere le possibilità di sopravvivenza di questi giovani animali e accarezzare o prelevare i piccoli ne mette a repentaglio la vita” precisano dalla Protezione Animali.

“I cuccioli vengono solo apparentemente lasciati soli dalla madre che resta sempre nelle vicinanze e torna da loro appena possibile. Per questo è molto importante allontanarsi immediatamente se si vedono nei prati piccoli di capriolo o di daino. E la probabilità di incontrarli in questo periodo cresce perché la fine di maggio e il mese di giugno coincidono con la stagione delle nascite di queste specie, diffuse in quasi tutte le aree boschive e rurali della provincia. I piccoli cervidi sono difesi dai possibili predatori dall’assenza di odori particolari in grado di attrarli e dal mimetismo del loro manto. Le madri, confidando su queste protezioni naturali dei piccoli, si allontanano temporaneamente da loro, lasciandoli in apparenza soli e indifesi, per alimentarsi, o in caso di pericolo, come l’avvicinarsi dell’uomo” spiegano i volontari dell’Enpa.

“Capita così che spesso gitanti s’imbattano casualmente in cuccioli di capriolo o daino e con le migliori intenzioni, si fermino ad accarezzarli, o addirittura li prelevino, pensando di salvarli dall’abbandono. Così facendo, però li condannano. Infatti, anche se i piccoli riuscissero a sopravvivere allo stress da cattura (che spesso, in breve tempo, ne provoca la morte) e ai problemi successivi di corretta alimentazione, in ogni caso i giovani caprioli non potrebbero essere reinseriti nel loro contesto naturale perché l’uomo li ‘marchia’ con il suo odore e i cuccioli non sono più riconosciuti dalla madre, che quasi sicuramente smetterà di prendersi cura di loro. Inoltre il prelievo non autorizzato di cervidi selvatici come il capriolo e il daino è un illecito penale sanzionato con un’ammenda sino a 1.500 euro di competenza del tribunale” concludono dalla Protezione Animali.

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