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Ampliamento centrale, dopo apertura Miceli “Uniti per la salute” va all’attacco

Tirreno Power Vado Ligure

Vado L.-Quiliano. L’apertura del consigliere regionale del Pd Nino Miceli all’ipotesi di un ampliamento della centrale elettrica di Vado-Quiliano lascia perplessa l’associazione “Uniti per la salute”: “Lo stesso Miceli, solo un anno fa, figurò come primo firmatario dell’ordine del giorno approvato dal consiglio regionale il 10 marzo 2009 di ferma contrarietà al potenziamento – spiega il sodalizio – Ne consegue che un attento amministratore come il signor Miceli, prima di prendere quella importante decisione, avrà sicuramente valutato con ogni scrupolo il progetto per poi esprimere la mozione di netto rifiuto. Ora, a distanza di un anno da quella mozione e a pochi mesi dal ricorso presentato dalla Regione contro il potenziamento, quali argomenti hanno fatto cambiare posizione al signor Miceli?”

“Recentemente si sono svolte le elezioni regionali e durante la campagna il partito di Miceli ha ribadito e ben argomentato il suo ‘no’ al potenziamento, anche con una solenne ed impegnativa raccolta di firme – prosegue polemicamente “Uniti per la salute” – Dopo aver vinto le elezioni il signor Miceli ha cambiato idea? Quando un partito ed una coalizione hanno chiesto i voti su un argomento di così grande rilevanza, un autorevole esponente può cambiare idea rispetto a quanto sostenuto in campagna elettorale? Crediamo che per un elementare bon ton lo si possa fare solo insieme con le immediate dimissioni”.

“Qualora queste non venissero presentate, dovrebbe allora intervenire lo stesso partito o coalizione, in particolar modo oggi che il presidente di regione e la coalizione al governo si scelgono in maniera diretta con il voto e non ‘ex post’ come accadeva un tempo” rimarca l’associazione, sottolineando ancora: “Noi riteniamo infatti che il voto sia il centro di tutta la vita democratica e abbia nel nostro Paese un connotato di sacralità per i molti che, anche per questo diritto, hanno dato la vita. Aspettiamo azioni forti e concrete (non fumose dichiarazioni o tiepide smentite) dagli organi dirigenti del partito e della coalizione di Miceli che sul ‘no’ al potenziamento hanno speso il loro nome e la loro credibilità in campagna elettorale”.

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