Pedofilia, ora Zanardi attacca anche Bagnasco

Francesco Zanardi

Savona. Il grande accusatore della Diocesi di Savona-Noli in merito ai casi di pedofilia, Francesco Zanardi, non risparmia critiche anche al presidente della Cei e Arcivescovo di Genova Card. Angelo Bagnasco: “Leggo con interesse e anche con un forte disagio il comunicato del Cardinale Bagnasco, il quale afferma che ‘faremo di tutto per meritare sempre e sempre di più la fiducia di genitori non credenti o non frequentanti e che vigileremo su tutto… – dice Zanardi -. Ciò che mi colpisce è la tempistica un po’ troppo sospetta, in relazione alla prossima dichiarazione dei redditi e alla destinazione dell’otto per mille, come se esistessero dei forti timori per la gravissima situazione troppo a lungo tollerata, da parte della Chiesa sulla vicenda pedofilia, e così il Cardinale voglia rassicurare i contribuenti, cattolici o non cattolici, e voglia convincerli a continuare il loro versamento a favore della Chiesa.

“Forse Il Cardinale, prima di chiedere altri soldi, e soprattutto altra fiducia ai Cristiani, dovrebbe chiarire perché un Sacerdote savonese, tale Giorgio Barbacini, riconosciuto colpevole di atti di pedofilia e condannato definitivamente a tre anni e sei mesi, abbia potuto riparare all’estero lontano da sguardi indiscreti, sparendo come troppi preti pedofili, nel mondo, fanno in modo molto opportuno” aggiunge ancora Zanardi, che si chiede: Perché la Chiesa, visto che Don Giorgio è condannato non fa di tutto per assicurarlo alla Giustizia Italiana?

“Per quale motivo, nonostante le mie denunce attraverso lettere raccomandate, l’ultima del 10 aprile 2010, il Vaticano non ha ancora risposto e non si è preoccupato di fare chiarezza sulle situazioni da me spesso fortemente denunciate? Perché nessuno ha voluto prendere in considerazione le registrazioni in mio possesso da anni, dove il sacerdote confessa i suoi crimini e non si procede come nel caso di Firenze, dove il Cardinal Antonelli, malgrado la prescrizione ha fatto riaprire il caso, si eviterebbe di lasciare un pedofilo libero, libero di colpire ancora” aggiunge Zanardi.

“Perché, in quel di Albenga, in modo pregiudiziale, la Diocesi, difende a spada tratta, senza dubbio alcuno, un prete fortemente indiziato di pedofilia e umilia una bimba, chiaramente vittima e la sua famiglia ghettizzandola, estromettendola di fatto dalla vita della Parrocchia, organizzano manifestazioni non in sostegno delle vittime della pedofilia ma bensì a favore di un prete , la cui condotta ha indotto i magistrati ad agire con urgenza per non lasciarlo libero di agire ancora?” prosegue l’omosessuale savonese.

“Mentre Bagnasco chiede solo denari, dimostrando assoluto disinteresse per le vittime di pedofilia, a Savona, due coraggiosi sacerdoti  per la prima volta in Italia cercano di fare chiarezza e un vescovo afferma di essere pronto a aiutare le vittime e i magistrati nella ricerca della verità per evitare che situazioni terribili come quella che ho vissuto io e le altre vittime dell’indegno prete si abbiano a ripetere”.

“Monsignor Bagnasco dovrebbe fare prima pulizia all’interno della Chiesa, dove spesso si nascondono i veri nemici della Chiesa stessa, che in questo modo continuate a far vivere e a proliferare in condizioni di assoluta impunità” conclude Zanardi.

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