Il Sappe saluta il nuovo Consiglio regionale e chiede più attenzione per le carceri

carcere

Genova. “Auguro davvero buon lavoro alla Giunta ed al Consiglio regionale della Liguria che si sono insediati ufficialmente oggi e chiedo loro di non trascurare le gravi criticità penitenziarie regionali”: è quanto scrive in una nota Roberto Martinelli, segretario generale aggiunto e commissario straordinario per la Liguria del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria Sappe.

“Ieri mattina, all’atto dei lavori del Consiglio regionale, erano presenti nei sette penitenziari regionali 1.755 detenuti, record storico mai registrato neppure ai tempi immediatamente precedenti l’indulto del 2006, a fronte di una capienza regolamentare degli Istituti pari a 1.140 posti letto. Siamo oltre la capienza tollerabile degli istituti! Non solo: la presenza di stranieri tra i reclusi della Liguria si attesta tra il 50 ed il 60% dei presenti e nella nostra Regione si registra anche la percentuale più alta a livello nazionale di detenuti tossicodipendenti (circa il 40% dei presenti rispetto ad una media nazionale del 25%) e, altro record negativo a livello nazionale, quello dei detenuti che lavorano, che in Liguria sono solamente il 15% dei presenti. La situazione è davvero allarmante e ritengo che anche la Regione Liguria possa fare qualcosa. Ad esempio istituendo un Osservatorio per monitorare costantemente le criticità legate alla sicurezza ed alla detenzione, anche avvalendosi del contributo del Sindacato di Polizia Penitenziaria”.

“Questi emblematici dati – aggiunge il Sappe – dovrebbero far comprendere una volta di più anche ai non addetti ai lavori ma soprattutto a mondo politico e parlamentare come i livelli di sicurezza dei nostri penitenziari liguri siano inevitabilmente assai limitati e in quali drammatiche e difficili condizioni lavorino con professionalità e senso del dovere le donne e gli uomini della Polizia Penitenziaria in Liguria, carenti in organico di ben 400 unità in meno. Mancano infatti 17 agenti in organico a Chiavari, 152 a Genova Marassi, 58 a Genova Pontedecimo, 20 a Imperia, 54 a La Spezia, 77 a Sanremo e 13 unità a Savona. Se il carcere è in larga misura destinato a raccogliere il disagio sociale, è evidente come la società dei reclusi non possa che essere lo specchio della società degli uomini liberi. In altri termini, sembra  che lo Stato badi solo ad assicurare  il contenimento all’interno delle strutture penitenziarie. In un momento in cui si riconoscono una situazione di emergenza e una condizione di detenzione che non garantisce la dignità della persona e l’umanità della pena e si pensa alla costruzione di nuovi spazi detentivi, non si può non riflettere sui modelli di custodia e sui necessari interventi nella organizzazione della detenzione. Non è solo risolvendo il problema del sovraffollamento (se e quando si risolverà), che si migliorerà la qualità del tempo che le persone trascorrono in carcere. Credo che la Giunta ed il Consiglio regionale non possano trascurare queste gravi criticità e, quindi, auspico che vengano posti in essere adeguati interventi, anche presso il Governo nazionale”.

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