Cronaca

Decesso al San Paolo, cade l’accusa di omicidio colposo: primario non va a giudizio

aula tribunale

Savona. Non luogo a procedere perché il fatto non sussiste. E’ questa la sentenza emessa dal giudice, questa mattina, al termine dell’udienza preliminare, in merito al procedimento penale che vedeva imputato un medico di Pietra Ligure, Giorgio Menardo, di 65 anni, che era accusato di omicidio colposo per la morte di un paziente.

Secondo l’ipotesi accusatoria il dottore, che all’epoca dei fatti era primario del reparto di Medicina Generale dell’ospedale San Paolo di Savona, aveva sottoposto, il 24 giugno 2002, un paziente, E.V., ricoverato nel suo reparto perché affetto dal morbo di Crohn, ad una terapia farmacologica (che prevedeva la somministrazione del Remicade 400) senza tenere conto dei rischi e delle complicanze che potevano avere sul malato.

Secondo quanto era stato ricostruito nel quadro accusatorio, dalle analisi e dai dati clinici del paziente infatti sarebbe stato possibile rilevare la presenza di uno stato infettivo. C’erano, sempre secondo l’accusa, numerosi sintomi, tra cui un persistente stato febbrile, un significativo aumento dei globuli bianchi e altri, che dovevano far desumere che il paziente era stato colpito da un’infezione.

Se il medico fosse arrivato a questa conclusione infatti, con tutta probabilità, avrebbe evitato che, il 27 aprile 2002, la terapia già somministrata in precedenza al paziente venisse ripetuta. Secondo quanto ricostruito infatti E.V. è deceduto a seguito dello “stato settico generalizzato” favorito appunto dalla terapia. Una ricostruzione dei fatti che, evidentemente, non ha convinto il gup che ha ritenuto che non ci fossero elementi probatori sufficienti per sostenere l’accusa in fase di dibattimento.

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