Proposta per ricordare i deportati del campo di concentramento di Cairo Montenotte

campo di concentramento sterminio

Cairo Montenotte. Il professor Franco Xibilia del CESP (Centro Studi Scuola Pubblica) prende spunto dalla presentazione a Cairo del volume “I campi di concentramento in Liguria”, a cura del Circolo Brandale, per ricordare gli orrori compiuti nel campo di sterminio di Cairo Montenotte, “una realtà – dice Xibilia – che i cairesi devono riconoscere con l’intitolazione di una piazza o un monumento ad una delle sue pagine più tristi”.

“E’ ormai chiaro – continua Xibilia – dopo l’uscita del volume ‘I campi di concentramento in Liguria’ che il campo di concentramento di Cairo Montenotte fu uno dei più tristemente famosi nel periodo successivo all’8 settembre 1943, ma non solo, in quanto centinaia di donne, già sottoposte a tortura, venivano inviate a Cairo agli inizi di marzo 1943 dalla Venezia Giulia, perchè non volevano rivelare i nomi dei loro congiunti ‘ribelli’.Dopo l’8 settembre, un migliaio di sloveno-croati di nazionalità italiana, rinchiusi nel campo di concentramento, oggi distrutto, vennero inviati a tradimento a Mauthausen-Gusen, dove moriranno in modo atroce in maggioranza.Il 23 settembre, il campo doveva essere abbandonato, ma il comandante consegnò gli internati ai tedeschi e l’8 ottobre salirono sui vagoni della morte”.

“L’incontro organizzato, in questi giorni, dall’ANPI e dal Comune di Cairo, a Palazzo di Città su questo libro ha arricchito le testimonianze – dice ancora Xibilia – ma anche la necessità di approfondimento. Soprattutto, mi pare necessario che Cairo ricordi i deportati e le deportate del 1943 nel campo fascista, con la finalità di sterminio in un disegno lucido e chiaro, con una lapide, una via, una piazza, ma è poco.Un monumento mi sembra necessario per  ristabilire la memoria storica del campo di concentramento di Cairo Montenotte, il primo in Italia da cui partì un convoglio di deportati per essere sterminati a Mauthausen. Un triste,orrido primato che i cairesi dovranno accettare”.

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