Oltre sei miliardi per un totale di 30mila addetti occupati in circa 6mila imprese. E’ questo il valore della produzione della pasta. Un prodotto che, negli ultimi dieci anni, ha praticamente raddoppiato il valore delle esportazioni, raggiungendo 1,8 miliardi di euro nel 2009. Il dato emerge da un’analisi della Coldiretti in occasione dell’apertura di “Pastatrend”, il primo salone della pasta a Bologna.
“Insomma, ormai un piatto di pasta su quattro consumato nel mondo è fatto in Italia – sottolinea la Coldiretti -. Paese leader nella produzione con 3,2 milioni di tonnellate superiore a quella degli Stati Uniti (2 milioni di tonnellate), del Brasile (1 milione) e della Russia (858mila tonnellate). Il consumo di pasta di semola in Italia è fissato attorno ai 26 chili a persona (al secondo posto i venezuelani con 13 chili), tre volte superiore a quello di uno statunitense, di un greco o di un francese, cinque volte superiore a quello di un tedesco o di uno spagnolo e sedici volte superiore a quello di un giapponese”.
“Impressionante – precisa la confederazione agricola – è la crescita negli Stati Uniti dove per quasi 8 americani su 10 (77%) è diventata un appuntamento almeno settimanale, mentre il 33% la mangia almeno 3 volte a settimana”, secondo un’indagine realizzata negli Usa dalla Associazione Nazionale dei produttori di pasta (National Pasta Association)”.
Tra i consumatori illustri “anche Barack e Michelle Obama – ricorda Coldiretti – appassionati degli stringozzi alla carbonara ma, secondo il ‘Metropolitan Post’, ricorrono addirittura al ‘personal pasta chef’ anche Robert De Niro, Scarlett Johansson e Quentin Tarantino”.
Nonostante la sostanziale tenuta dei consumi “a livello nazionale si è però verificato – denuncia la Coldiretti – un crollo dei prezzi pagati agli agricoltori per il grano duro necessario per la pasta su livelli di circa 15 centesimi al chilo che non riescono a coprire i costi di produzione e mettono a rischio il futuro”.
Per salvare la pasta di grano italiano la Coldiretti è impegnata nel progetto una “filiera agricola tutta italiana”, per combattere le distorsioni e le speculazione dal campo alla tavola con il coinvolgimento delle imprese agricole, dei mercati degli agricoltori, delle cooperative e dei Consorzi Agrari che hanno recentemente varato l’holding “Consorzi Agrari d’Italia”.