Savona. Questa mattina in Corte d’Assise a Savona si è celebrata una nuova udienza del processo per l’omicidio di Alberto Genta, il faccendiere di Altare scomparso tra il 7 e l’8 maggio del 2003, e che vede imputato l’ex imprenditore cairese Giancarlo D’Angelo.
Il pubblico ministero Alberto Landolfi ha chiesto che venissero messe agli atti delle intercettazioni che riguardano D’Angelo, fatte dai giorni successivi alla scomparsa dello “Spagnolo” fino al maggio 2005, eseguite su ordine della Procura di Acqui Terme che indagava per un furto di corrente elettrica.
I legali dell’ex imprenditore cairese, Attilio Bonifacino e Carlo Risso, si sono opposti alla richiesta che però è stata accolta dal collegio dei giudici. Le intercettazioni verranno quindi acquisite e saranno ascoltate in aula. Sempre questa mattina avrebbero dovuto deporre l’ex moglie e il figlio di dell’imputato che però si sono rifiutati di farlo.
Il processo è stato quindi rinviato al prossimo 18 maggio quando saranno sentiti alcuni testimoni della difesa tra cui il fratello di D’Angelo. Nel frattempo, il 10 maggio, saranno riesumati i resti dell’uomo, al fine di eseguire un nuovo test del DNA, seppellito come “ignoto” nel cimitero di Altare per accertare se appartengano o meno ad Alberto Genta. Il cadavere che potrebbe essere dello “spagnolo” era stato rinvenuto nel luglio del 2003 nella zona dei cantieri navali di Alassio