Albenga, la comunità islamica: “Kebab non vuol dire criminalità”

moschea albenga

Albenga. Non solo la nuova moschea. Al centro del dibattito tra la comunità islamica albenganese e la nuova amministrazione comunale di Albenga guidata da Rosy Guarnieri anche l’imminente ordinanza che prevede la chiusura anticipata dei Kebab sul territorio ingauno. Un provvedimento che interessa da vicino molti appartenenti alla comunità mussulmana albenganese, considerato che tutti gli esercizi di questo tipo sono gestiti proprio da cittadini extracomunitari provenienti da paesi islamici.

“Nonostante quello che dica il sindaco Guarnieri i Kebab sono assimilabili ad esercizi pubblici come i bar o altri luoghi di aggregazione per la somministrazione di alimenti e bevande” afferma il rappresentante della comunità islamica ingauna Rahhou Mohammed. “I Kebab devono avere la stessa licenza di una paninoteca, e non capisco perchè deve chiudere prima di altri. Molti, anche italiani, mangiano il kebab dopo la mezzanotte e non solo durante l’orario di cena, kebab non è sinonimo di criminalità e chiudere i locali non serve a niente se non a danneggiare molti gestori che contribuiscono a loro modo alla sviluppo della città”.

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