Trasporto pubblico, ricorso al Tar delle aziende del ponente: replica dell’assessore Vesco

Vesco

Regione. “La decisione assunta dalla R.T. di Imperia e dalle aziende savonesi Sar e Acts non stupisce tenuto conto del periodo in cui è stata assunta; meraviglia il fatto che le aziende si siano rese conto solo oggi del presunto danno e che, tuttavia, nel loro ricorso al Tar non abbiano neppure richiesto la sospensiva dei provvedimenti impugnati”. Sono le parole dell’assessore regionale Enrico Vesco, che replica così alle affermazioni delle aziende del trasporto pubblico locale del ponente che hanno motivato il loro ricorso al Tribunale amministrativo per un piano regionale troppo sperequato, e favore del bacino genovese.

“Il processo di formazione del riparto triennale dei fondi del Trasporto Pubblico Locale è stato molto lungo: è partito nell’autunno 2008 e si è concluso nell’ottobre 2009 ed è stato seguito passo dopo passo, dagli Enti interessati e da tutte le aziende, oltre che con Confservizi, la loro associazione e le proprie rappresentanze” sottolinea Vesco.

“D’altra parte c’era la necessità di superare i vecchi criteri di riparto che assumevano a riferimento i servizi erogati nel lontano 1977, inadeguati per la realtà attuale, profondamente cambiata. Quel che lascia perplessi è che il ricorso al Tar sia stato avanzato da alcune aziende che hanno stipulato con gli Enti locali competenti un contratto di servizio, a seguito di una gara pubblica, che li tutela in ordine ai corrispettivi da ricevere e che, quindi, non possono lamentare alcun danno” prosegue l’assessore regionale.

“Ugualmente lascia perplessi che, da un lato, le aziende impugnano il riparto perché lamentano che a loro arrivano meno risorse di quelle che avevano stimato di poter ricevere e, dall’altro lato, si indispettiscono perché la Regione richiede un sistematico controllo di gestione perché vuole valutare come vengono spesi i soldi che destina al Trasporto Pubblico Locale e, quindi, vuole tutelare i cittadini da cui queste risorse provengono. Invece di ricorrere – conclude Vesco – le aziende dovrebbero collaborare e sostenere una operazione di trasparenza che la Regione vuole e deve condurre poiché destina ogni anno 162 milioni di euro per garantire il trasporto su gomma”.

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