Savona, presentazione di “Camminammo, camminando” al Liceo Artistico

camminando camminando

Savona. Riprende anche quest’anno l’attività di presentazioni di libri “I giovani incontrano il mondo” su importanti tematiche internazionali, rivolta ai giovani studenti di Savona e provincia ma aperte a tutto il pubblico, presso l’aula magna del Liceo Artistico in via Manzoni 2.

Lo scorso anno scolastico erano già stati introdotti, da due alunne del Liceo Artistico, i volumi “Muri, lacrime e za’tar”, di Gianluca Solera, casa editrice Nuova Dimensione, e “Vite senza permesso”, di Manuela Foschi, Editrice Missionaria Italiana.

L’iniziativa, proposta dall’ufficio di cooperazione internazionale della Provincia di Savona, in collaborazione con la biblioteca di LibroMondo (centro di documentazione su Pace, Ambiente, Intercultura e Cooperazione Internazionale) e la Spes S.c.p.A. (Società di Promozione degli Enti Savonesi per l’Università), si colloca in continuità con il lavoro di volontariato svolto dagli alunni del Liceo Artistico A. Martini di Savona di lettura e recensione di testi nuovi della Biblioteca di LibroMondo con lo scopo di informarne la cittadinanza, invitandola alla lettura.

Sabato 13 febbraio alle ore 11,30 le studentesse del Liceo Artistico Tania Amato e Chiara Pittella presenteranno il libro “Camminammo, camminando” e intervisteranno l’autrice Gabriella Ballarini. Il volume è edito da Monti. L’ingresso è libero.

“L’associazione Educatori senza frontiere – spiegano le studentesse – nata nel 2005 per iniziativa della Fondazione Exodus di don Antonio Mazzi, ha come scopo la formazione di educatori competenti e disponibili a condividere e gestire situazioni difficili nei vari paesi del mondo, elaborando progetti improntati agli ideali di giustizia, solidarietà, sussidiarietà. Gli educatori, dopo essere stati appunto educati, hanno davanti a sé Africa, America latina, Asia: tre approdi di alcuni progetti, tre mondi affascinanti e difficili che li mettono duramente alla prova, anche se Esf interviene inoltre in Italia in contesti di disagio come le periferie, eccetera”.

“Nel saggio – proseguono – vengono così raccontate testimonianze di persone che sono andate in alcuni paesi (India, Madagascar, Etiopia…) e viene spiegato quello che fanno. Infatti, non si tratta di portare pacchi di pedagogia o altri saperi predisposti tra le povertà che traboccano di verità, di sete, di fame e di desiderio di cultura. Si tratta di camminare accanto all’esistente, di crescere insieme a chi accoglie, promuovendo educazione, nello spirito e nello stile di ciò che accomuna e che contribuisce a stemperare e ad allontanare frontiere di ogni genere. Gli Esf credono che la vita educhi ma possa anche diseducare quando l’uomo non ama il proprio simile, seminando indifferenza e sfruttamento. Quindi, non ci sono pedagogie da proporre, ma essi si pongono al servizio degli altri, vedendo nello studio e nella cooperazione le condizioni del cammino della pace e della giustizia tra i popoli”.

“Chi decide di partire con Esf lo fa per ascoltare parole e voci degli altri. L’autrice, che ha conseguito la Laurea in Scienze della Formazione con una tesi riguardante l’educazione in contesti post bellici (Kosovo), ha svolto attività di volontariato internazionale e si occupa di formazione, conclude il volume con il capitolo zero, paragonandolo a un libro senza fine. Gli Educatori senza frontiere – concludono – partono con zaini che si possono riempire o svuotare, il cui contenuto può essere cambiato con odori, sapori, risate, lacrime, di tutto ciò che si scopre andando nei vari paesi”.

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