Cronaca

Inchiesta riciclaggio e mazzette, Parodi non si dimette; Ferrando si

Parodi

Albissola M. Agevolazioni Iva al 10% per una ristrutturazione che in realtà, secondo il pm, sarebbe stata una vera e propria costruzione nuova, che avrebbe dovuto essere pagata al 20%. E’ su questa base che si poggia l’accusa nei confronti di otto persone indagate dalla Procura di Genova per riciclaggio. Oltre a Stefano Parodi, presidente del consiglio provinciale di Savona ed ex sindaco di Albissola Marina, sono finiti nel registro degli indagati l’imprenditore genovese Pietro Pesce, il capogruppo della lista “Insieme per Celle” Alberto Ferrando, le figlie di Pesce, Giovanna e Paola, un commercialista di Savona, Davide Reverdito, un dirigente delle Agenzie delle entrate, Roberto Bonfanti, seppur con un livello di responsabilità minore, e anche un avvocato.

L’ipotesi di corruzione sarebbe ascritta solo al costruttore, al sindaco Parodi, per il quale si parla di una mazzetta da 50 mila euro, e ad Alberto Ferrando. L’impianto accusatorio è che, vendendo una parte di appartamenti e box in nero, l’imprenditore Pesce si sarebbe garantito alcuni milioni di euro esentasse, denaro finito poi oltreconfine.

L’inchiesta sarebbe nata nel 2006, a seguita di una precedente indagine per reati fiscali nei confronti dell’imprenditore, poi condannato nel 2008 a otto mesi. La figlia fu infatti trovata con 273 mila euro nei doppi slip, al confine con la Francia.

“Non ho motivo di dimettermi, è mia intenzione proseguire il mio lavoro in attesa degli sviluppi giudiziari – ha commentato oggi Stefano Parodi -. Sono curioso – ha proseguito – di sapere come andrà a finire. Conosco l’imprenditore Pesce marginalmente, per alcuni lavori fatti ad Albissola. Lo avrò visto al massimo tre, quattro volte e sempre in incontri pubblici”.

Dopo un primo no comment sull’inchiesta che lo vede coinvolto, nel tardo pomeriggio si è invece dimesso il consigliere comunale di Celle Ligure e capogruppo di maggioranza, Alberto Ferrando. Una scelta

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